Registrato presso lo studio Zerodieci di Genova, il 18 aprile 2016, “Gnothi Seauton” è il lavoro che il bassista Giovanni Sanguineti realizza in trio, con Mario Zora al pianoforte e Nicola Stranieri alla batteria, per la Albóre Records del produttore nipponico Satoshi Toyoda. Il titolo fa rifermento all’esortazione “conosci te stesso”, la massima religiosa greco antica iscritta nel tempio di Apollo a Delfi, ed è il nucleo concettuale attorno al quale Sanguineti ha costruito la scaletta di brani originali dell’album, fatta eccezione per l’adattamento della pucciniana Bohemien. Apre il programma una melodiosa ballad dal titolo Dawn, alla quale segue Drop Your Blinders, brano con un andamento ritmico più marcato e nel quale emerge il pianismo robusto quanto lirico di Zora, autentico faro del trio, capace di condurre le esposizioni tematiche o, all’occorrenza, di esplicare compiti ritmici con estrema flessibilità formale. Nell’insieme il lavoro si distingue per la coesione tra gli interpreti e per l’equilibrio espressivo, tra toni misurati e passaggi muscolari.
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mercoledì 31 agosto 2016
lunedì 29 agosto 2016
Luca Aquino & Jordanian National Orchestra: “Petra” [Talal Abu-Ghazaleh International Records, 2016]
Realizzato con il patrocinato dell’UNESCO, “Petra” è l’album che testimonia la performance dal vivo che Luca Aquino e la Jordanian National Orchestra hanno tenuto nel sito archeologico di Piccola Petra, in Giordania, nel 2015, di fronte a un ristretto numero di invitati, tra i quali la principessa Dana Firas. Si è trattato di un concerto speciale, in un luogo dai significati e dalle suggestioni particolari, come lo stesso Aquino ha sottolineato in un’intervista per La Repubblica: «Registrare un album in Giordania, tra i colori del deserto e i riverberi del sito archeologico, è stata un’esperienza mistica […] Lavorare con artisti di culture e nazionalità apparentemente lontane, ma unite dall’urgenza espressiva della musica, ha prodotto un sound che soffia luce dai minareti, sorvola la mia bella città natale (Benevento, NdR) e punta dritto a New Orleans». Una commistione tradotta in musica da un ensemble timbricamente peculiare, con tromba, percussioni, fiati, archi e fisarmonica, e che Aquino conduce attraverso melodie cantabili, ottenute attraverso un attento lavoro di scrittura e arrangiamento, svolto insieme a Sergio Casale. L’amplificazione strumentale è stata ridotta al minimo, in modo tale da ottenere un suono raccolto, naturale, quasi fosse in simbiosi con le qualità acustiche del sito.
martedì 9 agosto 2016
Donatello D’Attoma: “Shemà” (AlfaMusic, 2016)
“Shemà” contiene dieci brani che vedono protagonista Donatello D’Attoma, in alcuni insieme alla voce di Daniela Spalletta e in pianoforte solo nel resto del programma. Quella messa in mostra da D’Attoma è una vasta gamma di soluzioni espressive: inanella melodie cantabili; nelle esposizioni tematiche sa essere sia chiaro e leggibile quanto introverso e spigoloso; il suo pianismo, nell’insieme, evidenzia un ampio e sfaccettato background che abbraccia il modo classico quanto quello incline al blues e alla cultura afroamericana. Oltre ai temi originali sono rilette alcune composizioni di Charles Mingus, per il quale il pianista nutre profonda ammirazione, come si evince dalla note autografe nel booklet e dall’immagine di copertina, mentre la traccia conclusiva Via Turner, 27 è trattata elettronicamente da Stefano Quarta.
Ciro Riccardi: “Racconti in vinile” (AlfaMusic, 2016)
«I dischi in vinile, per tanti decenni, sono stati narratori di mondi: portavano nelle nostre case idee che nascevano dall’altra parte dell’Oceano, e rendevano meravigliose le musiche che nascevano a un passo da casa nostra […]. Come succede nei dischi in vinile, anche a me attraverso la musica piace raccontare delle storie, ognuna con una sua ambientazione, con i suoi personaggi e con le sue suggestioni, quasi a voler mettere nei miei lavori un poco di tutti quei dischi che ho consumato da adolescente, ed in cui continuo a rifugiarmi ogni volta che posso». Il trombettista Ciro Riccardi ci introduce così nel mondo del suo album “Racconti in vinile”, realizzato con diversi musicisti tra i quali segnaliamo Daniele Sepe e Peppe Servillo. In scaletta troviamo nove brani, ognuno con una propria ragione stilistica e formale, nei quali Riccardi dà fondo a una visione musicale ampia, probabilmente derivata dall’ascolto attento e ripetuto di tanti microsolchi. Il suo modo di condurre le melodie si rivela sempre in equilibrio con il resto degli arrangiamenti, sia nei passaggi confidenziali sia in quelli dal piglio ritmico marcato.
Butterfly: “Vertigo Treatment” (AlfaMusic, 2016)
Il trio Butterfly è composto da Pierpaolo Ranieri al basso elettrico, Marco Rovinelli alla batteria e Bruno Marinucci alla chitarra elettrica, ed era già attivo in precedenza come Bruno Marinucci Trio, ma le esperienze acquisite in questi ultimi anni, soprattutto riguardo le esibizioni dal vivo, hanno portato i tre a maturare una nuova identità stilistica e un nuovo modo di approcciare la musica. Il loro “Vertigo Treatment” contiene sette tracce originali, nella quali si evidenzia la cantabilità melodica dei temi, spesso messi in evidenza dalle corde di Marinucci, e dove possiamo apprezzare, a volte anche solo in filigrana, una “viva tensione” espressiva, sia nei soli sia in avvolgenti passaggi d’insieme. Il trio si distingue per originalità e per la capacità di mettersi a debita distanza da cliché e soluzioni a portata di mano.
lunedì 8 agosto 2016
GB Project: “In The Bloom” [AlfaMusic, 2016]
C’è nelle vesti di ospite il fisarmonicista Simone Zanchini in due dei sette brani della scaletta di “In The Bloom” (Alfamusic, 2016), l’album firmato dal GB Project, un quartetto che prevede in line up Alessandro Scala al soprano, Piero Simoncini al contrabbasso, Michele Iaia alla batteria e, autore di tutti i brani, Gilberto Mazzotti al pianoforte. La musica che ascoltiamo è caratterizzata dall’ampiezza timbrica, dalla cantabilità delle melodie e da un affiatato movimento d’insieme. La scrittura di Mazzotti prevede sia spazi per i solisti sia movimenti di gruppo, per un insieme in costante equilibrio tra un velato senso di nostalgia e attimi propositivi dal marcato piglio ritmico.
Um A Zero Trio: “Ja’ pode acabar” (AlfaMusic, 2016)
La voce di Valbilene Coutinho è il tratto distintivo di “Ja’ pode acabar” (Alfamusic, 2016), l’album che la cantante firma in trio con Riccardo Anfosso alla chitarra e Enzo Cioffi alla batteria e percussioni. Il repertorio proposto è incentrato sulla musica brasiliana e indaga celebri repertori, come quelli, tra gli altri, di Caetano Veloso e Tom Jobim. “Minimalista” ed “essenziale” sono degli aggettivi che Riccardo Zegna utilizza nelle note di copertina per inquadrare l’approccio del trio, il quale basa la sua riuscita espressiva sulla cantabilità melodica dei temi e sulle forme mai eccessive né ridondati, costruite attorno ad accostamenti timbrici equilibrati e su interventi solisti funzionali ai movimenti d’insieme.
Jimbo Tribe: “Jimbology” (AlfaMusic, 2016)
Fatta eccezione per Beatrice di Sam Rivers e Kind Folk di Kenny Wheeler le tracce di “Jimbology” (AlfaMusic, 2016) sono tutte firmate da Lewis Saccocci, pianista del trio Jimbo Tribe completato da Nicolò Di Caro alla batteria e Dario Piccioni al contrabbasso. Il loro è un approccio alla materia sonora in equilibrio tra le componenti classiche del piano tiro e un modo di proporsi teso a far emergere, con misura, le qualità individuali. In scaletta si apprezzano sia movimenti contemplativi, sia passaggi dal carattere più deciso, per un insieme che denuncia capacità, classe e fantasia. La nota introduttiva firmata da Roberto Gatto non lascia spazio alle perplessità riguardo al valore del trio: «Spesso è necessario puntare sulle suggestioni e sul clima, piuttosto che sul lavoro individuale. Ci vuole intelligenza, umiltà e rispetto per la tradizione. In questo disco ritengo che questi ingredienti siano presenti».
Reinaldo Santiago: “No Name” (AlfaMusic, 2016)
È la varietà timbrica uno degli aspetti più evidenti del lavoro firmato da Reinaldo Santiago, batterista, in un alcuni passaggi anche alla voce, leader del quintetto completato da Federico Procopio alle chitarre, Antonello Sorrentino alla tromba e flicorno, Lewis Saccocci al pianoforte e tastiere e Giulio Scarpato al basso elettrico e contrabbasso. Un insieme che riversa grande attenzione alla cantabilità delle melodie, spesso messe in evidenza dagli interventi di Sorrentino, sempre lirico e misurato anche quando il solo a sua disposizione prevede diverse misure. Le atmosfere sono spesso riflessive, garbate, e la scrittura di Santiango, coadiuvato da Mikael Mutti e Greg Burk, si lascia apprezzare per il profondo scavo espressivo e per le forme aperte agli interventi dei singoli.
venerdì 5 agosto 2016
Daniele Tittarelli & Mario Corvini’s New Talents Jazz Orchestra: “Extempora” [Parco della Musica Records, 2016]
«La mia più grande soddisfazione è vedere questi giovani bravi musicisti realizzare questa prima produzione discografica, vederli suonare e aderire a questo progetto orchestrale con abnegazione e professionalità». Con queste parole Mario Corvini esprime la sua gioia riguardo la pubblicazione di “Extempora”, l’album che vede impegnata la sua New Talents Jazz Orchestra – realtà attiva da diverso tempo e che ha accumulato esperienza attraverso le esibizioni dal vivo - insieme al sassofonista Daniele Tittarelli. Il lavoro si basa su sette tracce, firmate da Tittarelli e Corvini, il quale dirige l’ensemble lasciando anche spazio agli interventi solisti (ognuno dei quali è specificato nel booklet), in un insieme caratterizzato da ampiezza timbrica, melodie cantabili e movimenti dal profondo scavo espressivo.
Giuseppe Finocchiaro: “Prospectus” [Dodiclune, 2016]
Quello inciso da Giuseppe Finocchiaro per la salentina Dodiclune è un lavoro dal profondo scavo espressivo, la cui intenzione è descritta nel booklet dal pianista: «Le mie composizioni sono da sempre legate a immagini, a osservazioni visive. Ho sempre avuto l’esigenza di scrivere la musica scrutando, andando anche oltre la visione stessa, entrandoci dentro». Quella che si ascolta è una musica dai tratti melodici cantabili, come quelli di Suspendido a ti, brano del quale si può ascoltare anche una versione con la voce di Martin Romero, o di Taranta. In alcuni passaggi Finocchiaro è essenziale, al limite della trasparenza, come nell’introduzione di Winter, ed è affiancato dal contrabbassista Giovanni Arena, il quale installa un’intelaiatura ritmica leggera, misurata. In due brani Riccardo Gerbino interviene con tabla e cajon rimanendo aderente a un’introspettiva estetica d’insieme.
giovedì 4 agosto 2016
Carla Bley / Andy Sheppard / Steve Swallow: “Andando el tiempo” [ECM, 2016]
Il rodato trio composto da Carla Bley al pianoforte, Andy Sheppard ai sassofoni, soprano e tenore, e Steve Swallow al basso elettrico torna a incidere per ECM dopo l’apprezzato “Trios” del 2013, e rilascia un album dai profondi significati espressivi, come la stessa Bley ha dichiarato attraverso una nota stampa: «La composizione che dà il titolo all’album è divisa in tre parti, Sin Fin, Potactión de Guaya e Camino el Volver, ed è stata scritta quando ho visto un amico passare attraverso le tribolazioni della dipendenza e uscirne, con dolore, speranza e poi gioia». Gli altri due brani del CD sono Saints Alive e Naked Bridges / Diving Brides, quest’ultimo scritto dalla pianista come regalo di nozze per Sheppard e sua moglie Sara, e che trae ispirazione da Mendelssohn e dalla poesia di Paul Haines. La musica che ne deriva è spesso contemplativa e misurata, ma contiene anche risvolti cantabili, e nel suo insieme il lavoro è segnato dal profondo interplay del trio, capace di muoversi tra passaggi lirici, come quelli descritti dal tenore di Sheppard, e atmosfere sinistre costruite attorno a ostinati di poche note. La foto di copertina è firmata da Caterina Di Perri.
mercoledì 3 agosto 2016
Maurizio Brunod – Danilo Gallo – Massimo Barbiero: “Extrema Ratio” [Caligola Records, 2016]
Chitarra elettrica e acustica, basso elettrico, contrabbasso, elettronica e percussioni contribuiscono a costruire la spaziosa ambientazione timbrica di “Extrema Ratio”, l’album firmato Maurizio Brunod, Danilo Gallo e Massimo Barbiero, tre musicisti che, come loro consuetudine, si tengono a debita distanza dagli immediati incasellamenti stilistici e dalle soluzioni, melodiche e formali, di comodo. Ne deriva un lavoro sfaccettato, con brani originali, traditional e qualche rifacimento, come nel caso di Our Spanish Love Song firmata Charlie Haden, nel quale possiamo ascoltare un lungo assolo di Brunod, cantabile quanto tagliente e introverso. Non mancano passaggi dal sapore più sperimentale e improvvisativo in un contesto di ascolto reciproco, spazi condivisi e creatività.
lunedì 1 agosto 2016
Giovanni Falzone Contemporary Orchestra: “Led Zeppelin Suite” [Musicamorfosi, 2016]
Giovanni Falzone non è nuovo a indagini riguardo repertori di celebri artisti, come già accaduto in passato con Charlie Parker, Jimi Hendrix e Ornette Coleman, e in questo nuovo episodio discografico, realizzato insieme alla Contemporary Orchestra che include nove elementi, la sua attenzione è rivolta ai Led Zeppelin. Il suo approccio è, anche in questo caso, teso alla reinvenzione del materiale dato, per una sorta di personale significazione di un contesto artistico che attraverso i suoi arrangiamenti vive di nuove prospettive. La suite è divisa in quattro quadri, ognuno incentrato e ispirato ai primi quattro album dei Led Zeppelin, tra loro concatenati in un unico insieme sonoro che non risulta mai imitativo né filologico, ma riflette la personalità creativa di Falzone, il quale, nell’insieme, riesce a rendere una decisa mutevolezza timbrica e melodica. Il tratti caratteriali dei Led Zeppelin rimangono costantemente in filigrana, ed emergono in maniera netta solo nelle esposizioni tematiche che tirano in ballo celebri riff, come nel caso di Whole Lotta Love.
Paolo Sorge: “Triplain” [Improvvisatore Involontario, 2016]
In questo nuovo lavoro edito da Improvvisatore Involontario Paolo Sorge è affiancato da Gabriele Evangelista al contrabbasso e Francesco Cusa alla batteria, musicisti che, in linea con le dinamiche espressive del chitarrista catanese, amano addentrarsi in situazioni dal carattere sperimentale e prive di immediati riferimenti di forma e stile. I sette brani in scaletta, tutti firmati da Sorge, si risolvono in poco più di mezzora ed esplorano diverse aree espressive, dai passaggi melodici cantabili, come quelli dell’iniziale Divergenze, ad altri dal carattere avanguardistico, come nel brano Triplain che dà il titolo all’album.
Francesco Forges: “Micro Strayhorn” [Musicacruda, 2016]
È dedicato alla musica di Billy Strayhorn questo lavoro firmato da Francesco Forges, per l’occasione al pianoforte, flauto e voce, accompagnato da Michele Benvenuti al trombone, Maurizio Nobili alla voce in due tracce, Lorenzo Serafin all’oud e contrabbasso ed Emiliano Turazzi al clarinetto e clarinetto basso. Foges cura gli arrangiamenti dei dieci brani in scaletta, e piega la musica di Strayhorn verso una visione personale, che sa essere sia essenziale e intima, sia di natura più introversa e sperimentale. Nel suo insieme il lavoro non concede immediati punti di riferimento stilistici, e durante l’ascolto si incontrano situazioni in equilibrato contrasto, tra duetti vocali, passaggi in pianoforte solo e momenti dal marcato piglio ritmico.