Under The Bridge dei Red Hot Chili Peppers è l’unica rivisitazione nella scaletta di originali che troviamo in “Humanify”, l’album firmato dal trio Bravo Baboon composto da Dario Giacovelli, basso elettrico e contrabbasso, Moreno Maugliani, batteria, e Gianluca Massetti, pianoforte e tastiere. Il loro è un campo sonoro aperto anche a soluzioni esterne, come quelle degli ospiti Carolina Bubbico, Simone Alessandrini e Francesco Fratini, e nel quale confluiscono inserti sintetizzati, come effetti e voci preregistrate, su una tessitura acustica di pregio, capace di flettere tra momenti dalla forte impronta di cantabilità (Forget To Be Present), a situazioni più ruvide e sperimentali.
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mercoledì 27 novembre 2019
Bravo Baboon: “Humanify” [Auand, 2019]
martedì 26 novembre 2019
Pierpaolo Bisogno: “Love Secret” [Emme Record Label, 2019]
Si arricchisce degli ospiti Rocco Ziffarelli alla chitarra e Alfonso Deidda al fluato il quartetto capitanato dal vibrafonista Pierpaolo Bisogno e completato da Pietro Lussu al pianoforte, Francesco Galatro al contrabbasso e Marcello Di Leonardo alla batteria. Le tracce in scaletta, perlopiù originali firmate dal leader della sessione, emanano un profondo senso di eleganza estetica, che segna in maniera decisa temi inclini alla cantabilità melodica. Non mancano passaggi che esulano la linea mainstream che caratterizza l’album, come Mood Afrika, brano in cui predominano suoni e percussioni che rimandano l’immaginario verso le tipiche colorazioni timbriche del continente africano.
lunedì 25 novembre 2019
Giulio Stermieri Yabai Quartet: “Crops And Sports” [All Right Riserva Recordz, 2019]
Al fianco del tastierista Giulio Stermieri, per l’occasione, al Fender Rhodes troviamo il nuovo quartetto Yabai, completato da Giovanni Benvenuti al tenore, Martino De Franceschi al contrabbasso e Federico Negri alla batteria. Quello che i quattro sviluppano nelle sette tracce di “Crops And Sports” – tutte firmate dal leader - è un suono attraversato da una sottile, quanto percepibile, tensione creativa, che va individuata negli accostamenti timbrici, nell’abbinamento di sonorità acustiche ed elettriche, e nelle forme, spesso in divenire, degli scenari sonori. Nell’insieme si tratta di un lavoro curato nel dettaglio e che non manca di creatività e sperimentazione.
mercoledì 20 novembre 2019
Peppe Santangelo Nu Quartet: “My Name Is” [Alessio Brocca Edizioni Musicali, 2019]
Si completa con Gabriele Orsi (chitarra), Yazan Greselin (organo Hammond e tastiere) e Francesco Di Lenge (batteria) il Nu Quartet assemblato dal sassofonista Peppe Santangelo, che in “My Name Is” mette in fila una scaletta di nove brani originali, ognuno dei quali - come i titoli lasciano intendere, vedi John, Dexter o Sonny - è dedicato a un musicista simbolo del Jazz. Figure che hanno ispirato Santangelo nel produrre un sound denso e ben messo a fuoco, sia dal punto di vista puramente timbrico sia espressivo. Oltre al tenore del leader risulta centrale negli sviluppi estetici dell’album l’Hammond manovrato da Greselin, per un insieme che trasuda interplay, tra hard bop e venature funk.
sabato 16 novembre 2019
Stefano Travaglini – Massimiliano Coclite: “The Long Line” [Odardek, 2019]
L’incontro tra i due pianisti Stefano Travaglini e Massimiliano Coclite genera un lavoro dalla profonda ispirazione estetica, espressiva e formale. La loro linea di continuità si sviluppa in una scaletta di dodici tracce, dove rimangono centrali il reciproco ascolto e l’intenzione di improvvisare temi coerenti e liberi da logiche preconcette, se non quelle di girare attorno a temi di grandi classici, come nella reinterpretazione di Body And Soul. Ne scaturisce un insieme dove i due protagonisti si rincorrono, si scontrano o si uniscono in un continuo cambio di prospettiva e di genere.
Giusy Consoli: “So This Is Love - A Tribute to Billy Strayhorn” [Splasc(h) Records, 2019]
Prodotto da Luigi Naro per Splasc(h) Records “So This Is Love - A Tribute to Billy Strayhorn” è il primo album della cantante Giusy Consoli, per l’occasione affiancata da cinque musicisti di valore assoluto (Michele Franzini: pianoforte; Massimo Vescovi: chitarra; Alex Orciari: contrabbasso; Rudi Manzoli: sax; Roberto Paglieri: batteria). Come il titolo lascia intendere si tratta di un omaggio al repertorio di Billy Strayhorn, del quel vengono rilette pagine di immortale fascino, come Chelsea Bridge o Lush Life. Si ascoltano ambientazioni mainstream, tipiche del jazz vocale, nelle quali la figura di Giusy Consoli si rivela centrale nelle estetiche e nell’espressività proposta.
mercoledì 13 novembre 2019
Giancarlo Tossani: “Strange Spy” [Auand, 2019]
«[…] Lavoro di solito con buoni partner umani e qui invece con un partner che non ha un volto umano ma estremamente servizievole e compiacente». Si riferisce al computer, e alla strumentazione elettronica in genere, il pianista Giancarlo Tossani che nel suo lavoro “Strange Spy” mette insieme quattordici tracce in solo. Ne deriva un album dal piglio sperimentale, con passaggi accennati, situazioni compiute e momenti di estrema visionarietà. Tossani lavora addizionando suoni sintetici alle sue linee pianistiche, capaci di prendere direzioni spiazzanti e vivere attraverso una tensione estetica che si avverte per tutta la durata della performance.
martedì 12 novembre 2019
Claudio Jr. De Rosa Jazz Quartet: “Forces” [Incipit Records, 2019]
“Forces” è il secondo lavoro firmato dal quartetto, di stanza in Olanda, guidato dal sassofonista partenopeo Claudio Jr. De Rosa, e completato da Xavi Torres al pianoforte, Mauro Cottone al contrabbasso e Augustas Baronas alla batteria. Nei nove brani in programma ascoltiamo un jazz pieno di vitalità, sì incentrato sul suono del leader, ma aperto alle iniziative dei singoli capaci di arricchire un movimento d’insieme cesellato con cura, compatto e carico di groove. Concretezza ed elementi puramente estetici per un equilibrio raggiunto attraverso la voglia di esporre un pensiero di positività e intraprendenza. La foto di copertina è di Roberto Cifarelli.
domenica 10 novembre 2019
Ragotago: “-ismo” [Jasm Records, 2019]
Dietro la sigla Ragotago troviamo un affiatato quartetto composto dai fratelli Pepe e Pancho Ragonese, rispettivamente tromba e pianoforte (e in alcuni passaggi Fender Rhodes), da Ares Tavolazzi al contrabbasso e dal batterista Alfredo Golino. In scaletta si ascoltano otto originali, tutti firmati dai Ragonese, nei quali si apprezza un sound di matrice mainstream, dove le “voci” soliste di tromba e pianoforte conducono temi sempre cantabili. La conclusiva Che belli noi, cantata da Pepe Ragonese, vira l’atmosfera verso un elegante cantautorato in un album dove regnano buon gusto compositivo e attenzione dei particolari.
martedì 5 novembre 2019
Simone Graziano Frontal: “Sexuality” [Auand, 2019]
Il nuovo lavoro che Simone Graziano firma insieme al quintetto Frontal vede l’ingresso in line up del chitarrista Reiner Baas, in luogo del sassofonista David Binney, e segna un deciso cambio di direzione rispetto al precedente “Trentacinque” (Auand, 2015). Del resto lo stesso Graziano, in un’intervista rilasciata alla rivista Jazzit, aveva anticipato che: «[…] Saranno tracce totalmente diverse da quello che abbiamo prodotto finora, per una musica dai tratti melodici molto marcati». Quello che si ascolta è un lavoro dalla forte impronta di contemporaneità, pronto al cambio di direzione espressiva, dove l’elemento estetico è trattato con visioni aperte, e nel quale intervengono diverse “voci”, come il tenore di Dan Kinzelman, la duttilità pianistica del leader e la flessibilità ritmica di Stefano Tamborrino alla batteria e Gabriele Evangelista al contrabbasso.
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