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mercoledì 12 settembre 2012
Zulus: “Zulus” (Aagoo Records, 2012)
Otto brani, ventudue minuti, un’elevata cifra d’adrenalina pura. Sono questi i numeri di “Zulus”, l’omonimo disco della band di base a Brooklyn, capace di sviluppare un approccio alla materia musicale d’assalto, che potremmo etichettare come incrocio tra punk puro e post-hardcore. Roba per cuori forti, tanto per capirci. A cominciare da brani come “Tremolo”, in grado di minare profondamente qualsiasi tentativo di costruire una linea melodica amichevole. I ragazzi fanno leva su un andamento ritmico forsennato, testi visionari e assoluto divieto per un momento di silenzio. Trovano il loro orgasmo stilistico nella conclusiva “Death in the Current”, anche se i passaggi di tensione sono diversi e caratterizzano l’intera registrazione. Come nella tellurica “By Night and Spear”, passando per la scheggia impazzita “Blackout” e per “Kisses”, una sorta di manifesto punk, per via della sua espressività diretta e condita da suoni senza fronzoli. Gli Zulus non concedono time out per riflettere, né situazioni per prendere fiato. C’è solo da correre.
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