Peter Cincotti: Metropolis (Heads Up International, 2012)
“Metropolis” è il quarto album del cantante e pianista Peter Cincotti, che in questo nuovo episodio propone una scrittura orientata in maniera decisa verso i luccicanti lidi della pop-music, intesa come territorio dove a farla da padrone sono ritornelli a presa rapida, intelaiature melodiche leggere e ripetuti tentativi di infilare il singolo da classifica. Dodici brani che nelle intenzioni di Cincotti descrivono l’attuale paesaggio urbano e che si discostano dai precendenti lavori, confermando la sua vocazione nel riuscire a ottenere un buon equilibrio tra leggerezza formale e profondità espressiva. Molte tastiere, inneschi ritmici ben studiati, andamenti smussati e sempre sereni, senza grinze né imprevisti, compongono un insieme liscio come la pelle di un neonato. Tra i passaggi meglio messi a fuoco va messo “Madeline”, un brano delicato, dove trova posto un arrangiamento d’archi che fa da sfondo a un primo piano vocale timbricamente più deciso. Non un capolavoro, ma un album che può starsene discretamente in sottofondo e nel quale, all’occorrenza, si può rintracciare qualche significato.
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