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giovedì 21 giugno 2012
Lüger: Concrete Light
Il quintetto madrileno Lüger – già in vista in alcuni festival importanti come il Primavera e il South By Southwest - dà seguito all’omonimo debutto del 2010 con un album che ne ribadisce l’ottimo approccio stilistico, a metà strada tra rock tendenzialmente industrial (“Dracula’s Chauffeur Wants More”), estasiante psichedelia e una dose di riconoscibilità melodica che non guasta. Sono questi gli elementi che emergono dalle sette tracce di “Concrete Light”, lavoro dove si alternano atmosfere sinistre, come in “Zwischenspiel”, nella quale fa bella mostra il sitar di Daniel Fernandez, e sintesi elettroniche, come nell’iniziale “Belldrummer Motherfucker”, un pezzo strumentale che scomoda paragoni fin troppo scontati con la serialità della scena kraut di settantiana memoria. I ragazzi si muovono in maniera decisa attraverso un percorso mai scontato, che li vede spingere spesso sull’acceleratore espressivo, come nella vorticosa e ipnotica “Monkey’s Everywhere”. “Concrete Light” non mostra evidenti punti deboli, rimanendo in costante tensione espressiva, che a sua volta richiede a chi ascolta un piccolo sforzo di attenzione.
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