Continua a raccogliere consensi presso la stampa internazionale Roberto Magris, come dimostra un recente articolo apparso su Jazz Times, pianista da diversi anni attivo negli Stati Uniti e spesso perso di vista dai radar degli addetti ai lavori italiani. Interpellato sull’argomento, glissa senza dilungarsi più del dovuto: «La scarsa attenzione nei miei confronti è semplicemente dovuta alla mia sporadica presenza ai festival jazz italiani. Sul perché suoni così poco in Italia ci sarebbero alcune cose da dire, ma preferisco tralasciare...». Sta di fatto che il pianista triestino incide con buona continuità dischi di interesse, come il recente “Enigmatix”, edito dalla JMood Records, che rappresenta una sorta di nuovo percorso artistico dopo alcuni album dedicati a figure del passato, come i due volumi “Morgan Rewind – A Tribute To Lee Morgan”, e lavori svolti attorno a materiale dell’era Bebop, vedi “Aliens In A Bebop Planet”. Con queste parole Magris descrive la sua intenzione: «“Enigmatix” è una specie di “ritorno al futuro”, nel senso che dopo alcuni CD sul jazz tradizionale registrati per scelta del produttore della JMood Paul Collins, ho potuto ritornare a occuparmi della mia musica e riprendere il discorso “in avanti” che avevo lasciato in sospeso». Il lavoro contiene sette brani, dei quali cinque scritti da Magris, dove troviamo diverse diramazioni espressive e formali: la voce di Monique Danielle rende elegante il brano No Sadness; il basso di Dominique Sanders rilascia sensazioni funky in diversi passaggi; Magris è spesso voce principale nei temi esposti, sia in situazioni d’insieme sia quando introduce in solo J.F. No Key, un brano dove affiorano echi monkiani. La scaletta è chiusa da due rivisitazioni: My Cherie Amour di Stevie Wonder e dal brano degli Steely Dan Do It Again. Magris descrive così queste scelte: «Ho sempre coltivato un parallelo interesse per il rock e il pop e, generazionalmente, sono legato anche a quella stagione che non ritengo alternativa o contrastante con la mia esperienza nel jazz. Quei brani mi sono sempre piaciuti e ho deciso di farli “miei” suonandoli e proponendoli su un mio disco, anche perché nel jazz è naturale utilizzare ispirazioni provenienti anche da generi musicali diversi».
Nota: Di recente la JMood ha dato alle stampe anche l’interessante “An Evening With Herb Geller & Roberto Magris Trio”, un live registrato durante due concerti tenuti a Vienna e Novi Sad nel 2009.
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