venerdì 21 febbraio 2014

Pietro Tonolo DAJALOO (Parco della Musica Records, 2013)

Dopo alcuni soggiorni in terra senegalese Pietro Tonolo è riuscito a realizzare il progetto Dajaloo, attraverso il quale ha indagato le possibilità di mettersi in relazione con la musica tradizionale africana. L’idea ha preso forma nell’album omonimo, nel quale il sassofonista veneto presenta un ensemble composto dal trombettista Giampaolo Casati, Roberto Rossi al trombone, Giancarlo Bianchetti alle chitarre e da quattro percussionisti, tra i quali Dudu Koute (Odwalla) e Alex Bottoni, scomparso dopo le registrazioni del CD e al quale il lavoro è dedicato. È il ritmo l’elemento centrale dei tredici passaggi in scaletta, sia nelle situazioni in cui risulta matrice di sfondo pronta a ritagliarsi dei primi piani (Pafode), sia quando cede il terreno in favore di una maggiore liricità e introspezione (Poppi). Oltre ai temi originali la scaletta presenta le riletture di African Flower (Duke Ellington) e Dakar (Teddy Charles), in un contesto dove predomina il continuo scambio di ruoli tra i musicisti coinvolti, che interagiscono in modo tale da creare situazioni formali ed espressive multiformi. Bianchetti con la chitarra acustica sa essere elemento di rifinitura melodica, mentre con l’elettrica restituisce diversi momenti che si staccano dal contesto propriamente jazzistico.

The Framers THE FRAMERS (Auand Records, 2013)

Il progetto “The Framers”, ideato e prodotto da Phil Mer (batteria) e Andrea Lombardini (basso), unisce musica e riferimenti alla storia dell’arte, sia per quanto riguarda l’artwork, firmato da Sergio Pappalettera, sia per l’ispirazione tematica dei brani. Le tracce sono sviluppate intorno all’espressività dei quadri di famosi pittori, come Picasso, Bosch o Andy Warhol. La musica fa dunque da cornice alle immagini, come nel caso di Orologi molli, brano dal ritmo sfuggente e indefinibile, come gli orologi deformati di Dalì, o di Visioni simultanee, basato sui piani sovrapposti del futurista Boccioni, dove si incontrano atmosfere tra loro diverse e conflittuali. Si tratta di un percorso di temi originali, fatta eccezione per Sunday Morning dei Velvet Underground, che in questa versione ospita la voce di Malika Ayane. L’altro ospite del progetto è Mario Biondi, che compare nella conclusiva “Paint!”, mentre il resto dei brani sono caratterizzati dagli interventi dei musicisti chiamati in causa dai The Framers, come Jason Lindner, Fulvio Sigurtà e Francesco Bearzatti. Il CD è contenuto in un cofanetto curato nel dettaglio, che include dei cartoncini, uno per ogni traccia, dove sono riportati i credits e la riproduzione delle immagini che hanno ispirato le composizioni.

Alvin Curran - Paolo Tofani - Mauro Tespio SEGMENTS (Cramps Records, 2013)

Il titolo dell’album edito da Cramps Records, il primo della collana di musica contemparanea “POPtraits”, fa riferimento ai dieci segmenti musicali proposti in scaletta, nei quali l’inedito trio composto da Mauro Tespio, Paolo Tofani e Alvin Curran dà forma a una matrice sonora che non conosce punti fermi di identità, sia strutturali sia espressivi. Gli scenari prendono vita grazie all’accumulo degli eventi che si susseguono senza una determinata logica, e sono rappresentati da rumori ambientali catturati con macchine analogiche, singole note suonate con diversi strumenti, campionamenti, voci sciamaniche, accostamenti timbrici spesso in contrasto. “Segments” si mantiene in un ambito di sperimentazione pura e atonalità, dove le poche melodie sono prima accennate e poi prontamente smentite dagli interpreti. Nel cammino si incontrano situazioni totalmente free e strategie espressive prossime alla casualità, sviluppate su matrici ritmiche indefinibili, momenti di calma apparente alternati al caos creativo. L’album è un crocevia tra cultura europea, echi africani e idee orientali, ed è riferito quasi esclusivamente a un pubblico amante degli ascolti senza compromessi, pronto a dividere la propria opinione tra genialità e noia.

martedì 18 febbraio 2014

Keith Jarrett / Gary Peacock / Jack DeJohnette SOMEWHERE (ECM Records, 2013)

Sono passati tre decenni dalla prima incisione dello Standard Trio. Era il gennaio del 1983 quando Gary Peacock, Jack DeJohnette e Keith Jarrett entrarono in studio per registrare i 14 brani che confluirono negli album, editi da ECM, Standards, Vol. 1, Standards, Vol. 2 e Changes. Da quel momento una fetta importante di storia del jazz, che già in quel periodo li aveva apprezzati nelle vesti di leader, sarà scritta dalle loro gesta. Oggi l’etichetta di Manfred Eicher celebra questa ricorrenza con la pubblicazione di Somewhere, l’album che testimonia la performance dal vivo al KKL Concert Hall di Lucerna, datata 11 luglio 2009. In scaletta troviamo sei brani, alcuni dei quali superano i dieci minuti di durata, dove il trio ribadisce con estrema precisione e forza la propria empatia espressiva, unita alla capacità assoluta di piegare la musica verso linee di bellezza estrema. I tre, costantemente attesi da importanti riscontri, non si sono mai cullati sugli allori, e sono stati in grado di produrre con intensità ogni capitolo della loro storia. Quella che riescono a sviluppare è una sorta di magia, ampiamente confermata in questo lavoro, dove la spontaneità con cui è suonata la jarrettiana Deep Space ne è esempio esaustivo.

Craig Taborn Trio CHANTS (ECM Records, 2013)

La scaletta di Chants prende forma attraverso composizioni originali firmate da Craig Taborn, che torna a incidere per ECM dopo il piano solo Avenging Angel del 2011. Negli Avatar Studios di New York il pianista ha voluto al suo fianco Thomas Morgan al contrabbasso e Gerald Cleever alla batteria. Un trio fortemente caratterizzato dall’espressività di insieme, messa in primo piano sulle capacità tecniche dei singoli. L’album, pensato e messo a punto in un ampio arco temporale da Taborn, si distingue per le ambientazioni chiaroscurali (Cracking Hearts), giocate spesso su sottili equilibri dinamici, sfumature melodiche e triangolazioni empatiche, e sulla ricerca continia dell’esatto punto di tensione timbrica. Nella traccia d’aperura Saints, il leader disegna una linea melodica frastagliata, con scale ascendenti e discendenti, mentre la successiva Beat the Ground vive su un fraseggio più serrato, arricchito da ampi spazi improvvisativi. Nella traccia In Chant il sound si muove in territori minimali, dove gli interpreti si scambiano informazioni cifrate, intervallate da pause e melodie cantabili. Esile è la condotta di Taborn anche in All True Night / Future Perfect, dodici minuti nei quali il trio emana tutta la sua naturale forza espressiva.

Odwalla ANKARA LIVE (CD+DVD) (Splasc(H) Records, 2013)

La confezione di Ankara Live contiene un CD con la registrazione del concerto che gli Odwalla hanno tenuto il 3 novembre 2012 al Teatro Giacosa di Ivrea, in occasione dell’XI Open World Jazz Festival, e un DVD che testimonia la loro partecipazione al 15th International Ankara Jazz Festival del 16 aprile 2012. Rispetto al supporto audio, di maggiore interesse è il filmato realizzato dalla TRT (Turkish Radio and Television Corporation), nel quale si può apprezzare appieno la validità dell’ensemble capitanato da Massimo Barbiero, anche per via della presenza sul palco dei due ballerini: Sellou Sordet e Gerard Diby. La danza si fonde con la musica in un unico flusso, ed è un elemento essenziale nell’estetica degli Odwalla, i quali mettono insieme un’ora e mezza di concerto capace di coinvolgere il pubblico presente in sala, e di catturare l’attenzione anche attraverso il video. Questo perché le soluzioni adottate non riportano mai a linee di banalità, ma vivono di luce propria grazie all’innesto continuo di elementi timbrici e soluzioni melodiche, prodotte dalla marimba, dal djembe e dalla nutrita serie di strumenti utilizzati. Come bonus è disponibile un’intervista di circa quindici minuti, nella quale Barbiero descrive le dinamiche espressive degli Odwalla.

Alessio Menconi SKETCHES OF MILES (Abeat Records, 2013)

La figura artistica di Miles Davis è presa come punto di riferimento dal triO capitanato dal chitarrista Alessio Menconi, e completato dal batterista Alessandro Minetto e da Alberto Gurrisi all’organo Hammond. Il loro è un impasto timbrico particolare, nel quale la chitarra dagli accenti bluesy di Menconi si pone spesso in primo piano, anche se non mancano gli spazi solisti a favore degli altri due interpreti. In scaletta, come era lecito attendersi dal titolo, troviamo brani firmati da Davis o che ne hanno fatto la storia nelle sue diverse incarnazioni stilistiche e formali. In apertura 81 delinea le dinamiche costruttive del trio, mentre la successiva Four – giocata su ritmo veloce - mette in mostra sia la tecnica di Menconi sia le capacità interpretative di Gurrisi e Minetto, in un susseguirsi serrato di soli e break. L’album vive anche di momenti più rilassati e pensosi, come quelli di In Your Own Sweet Way, lo standard di Dave Brubeck del 1955, nei quali emerge la sensibilità di Menconi e quel suo modo di emettere note sospese ed evocative. Nell’insieme si tratta di un lavoro di rivisitazione attento alle trame originali dei brani, ma piegato dal trio verso una propria personalità.

lunedì 10 febbraio 2014

Enrico Pieranunzi: “The Day After The Silence” (Alfa Music)

L’etichetta Alfa Music dà alle stampe una nuova collana di cd dedicati a Enrico Pieranunzi, dal titolo “The Early Years”. Si tratta di una serie di interessanti ristampe, curate nella grafica e nella risposta audio, rimasterizzate negli studi Hi-Jazz (www.hi-jazz.com) di Grottaferrata (RM). Il primo album messo in circolazione è “The Day After The Silence”, del 1976, dove il pianista romano si produce nel primo piano solo della sua lunga carriera, originariamente edito su vinile dalla Edi-Pan. Dieci brani originali dove Pieranunzi dà fondo alla sua già ampia sapienza pianistica, che lo porterà a diventare uno dei più grandi esponenti dello strumento. Nel booklet si legge una lunga nota di Maurizio Franco, il quale descrive i brani presenti nel cd, e ci fornisce una retrospettiva di quello che era il jazz in Italia negli anni Settanta. Un genere che nel nostro Paese ancora doveva trovare una via personale, e che grazie a musicisti come Enrico Pieranunzi ha poi raggiunto un’identità e una forza espressiva notevole.

www.enricopieranunzi.com