sabato 29 aprile 2017

Federica Gennai – Filippo Cosentino: “Come Hell Or High Water” [Naked Tapes, 2017]

“Come Hell Or High Water” è il primo titolo dell'etichetta Naked Tapes, divisione della NAU Music Company, del produttore Giovanni Barone, il quale ci ha illustrato così l’intenzione di questa nuova iniziativa editoriale: «L’idea è quella di lavorare sull’essenziale, eliminando il superfluo, comprese le immagini. I CD sono confezionati in un sacchetto trasparente e sottovuoto, e questo enfatizza l’idea di essenzialità, oltre a contribuire a stimolare l’idea di un oggetto “altro” che non un CD». Protagonisti di questo album sono Federica Gennai, voce, kalimba ed elettronica, e Filippo Cosentino, chitarre ed elettronica. Gli accostamenti timbrici tra il canto e le corde suonate da Cosentino determinano un’estetica di insieme creativa e garbata, confidenziale e carica di espressività. I brani, nove originali firmati dal duo – con testi di Michela Lombardi - più le rivisitazioni di Footprints di Wayne Shorter e Avalance di Leonard Cohen, mostrano la sensibilità e la capacità di ascolto reciproco dei protagonisti. L’utilizzo dell’elettronica rimane in filigrana, e il tutto risuona equilibrato e curato nei dettagli.

venerdì 28 aprile 2017

Federico Casagrande: “Fast Forward” [CAM Jazz, 2017]

Si completa con Joe Sanders, al basso elettrico e contrabbasso, e Ziv Rvitz, alla batteria, il trio guidato da Federico Casagrande, il quale propone nel suo nuovo lavoro per Cam Jazz una scaletta di nove brani originali. “Fast Forward” è un album caratterizzato dalla cantabilità delle melodie, spesso messe in evidenza dal leader, e da sonorità che sanno muovere anche verso territori che chiamano in causa il rock e alcuni echi latin. Il pentagramma di Casagrande prevede sia passaggi rigorosi sia momenti di libertà espressiva, per un insieme cha sa sorprendere e coinvolgere grazie alla cifra inventiva del chitarrista e agli sviluppi formali intrapresi dal trio. In apertura e in chiusura di programma Casagrande preferisce lo strumento acustico a quello elettrico, come a voler dare un senso di compiutezza d’insieme.

giovedì 27 aprile 2017

Franco D’Andrea: “Traditions Today – Trio Music Vol. III” [Parco della Musica Records, 2017]

Franco D’Andrea si avvale della presenza di Daniele D’Agaro al clarinetto e Mauro Ottolini al trombone per il terzo lavoro della serie dedicata al piano trio, gli album pubblicati dalla Parco della Musica Records che lo hanno visto protagonista nel primo volume con DJ Rocca e Andrea Ayassot e nel secondo con Aldo Mella e Zeno De Rossi. In questo nuovo episodio, in due CD, una sessione live e una in studio, il pianista lega in un’estetica più che mai personale sia la tradizione di grandi classici del repertorio jazz, vedi Basin Street Blues o King Porter Stomp, sia una visione d’insieme definibile come contemporanea, per approccio, varietà di soluzioni e modo d’intendere la materia sonora. Ne deriva una lavoro trasversale, per stile e forme, tra astrazioni e richiami bandistici, che denuncia la modernità di un musicista di statura assoluta, al fianco del quale D’Agaro e Ottolini si muovono con duttilità e perfettamente immersi nelle trame estetiche messe a reagire.

mercoledì 26 aprile 2017

Fabio Giachino: “North Clouds” [Tosky Records, 2017]

Si completa con Matthias Flemming Petri al contrabbasso e Espen Laub Von Lillienskjold alla batteria il trio capitanato da Fabio Giachino, pianista e compositore piemontese che in questa uscita discografica per la Tosky Records presenta, fatta eccezione per la traccia conclusiva Azalea di Duke Ellington, una scaletta di composizioni originali. Il titolo dell’album fa riferimento alle nuvole del cielo nordeuropeo, dal momento che il trio si è formato durante la residenza artistica di Giachino presso l’Ambasciata Italiana a Copenaghen, promossa da MIDJ, sostenuta da Jazzit Magazine e con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura. Anche le composizioni sono state ispirate dai luoghi visitati e dalle esperienze vissute da Giachino in Danimarca. Nell'insieme possiamo assistere a una decisa varietà di ambientazione stilistica, anche grazie alla presenza dei musicisti ospiti: Benjamin Koppel al sassofono, il quale conduce i temi con cantabilità e misura; Paolo Russo al bandoneon, che piega alcuni momenti verso il folklore del sudamerica. La nota di copertina è firmata da Paolo Fresu, che definisce il lavoro come «[…] un’opera di grande maturità e apertura stilistica».

martedì 25 aprile 2017

Michel Godard – Ihab Radwan: “Doux Désirs” [Dodicilune, 2017]

Quello composto da Michel Godard e Ihab Radwan è un duo che trova il suo significato estetico negli abbinamenti timbrici, prodotti attraverso l’utilizzo di strumenti tra loro distanti come l’oud, il serpentone, la tuba e il basso elettrico. Il loro “Doux Dèsirs” si compone di dodici tracce, ognuna delle quali porta al proprio interno sia un profondo scavo espressivo, sia una costruzione formale esile, ma robusta, basata sul reciproco ascolto e sul rimando d’idee. Le atmosfere sono ora pacate e introspettive, come nell’iniziale Su l’onda d’amore, una traccia dal fitto dialogo tra oud e serpentone, poi più elettriche e tese, per un insieme dove l’elastico temporale tra tradizione – in particolar modo riferita alle sonorità arabe - e modernità si dilata e si restringe di continuo. In Malato d’amore possiamo apprezzare la melodia prodotta dalla voce di Radwan.

sabato 22 aprile 2017

Enrico Pieranunzi: “Ménage à trois” [Bonsai Muisc, 2016]

Attraverso una nota stampa è lo stesso Enrico Pieranunzi a introdurci nel suo album “Ménage à trois”: «La mia vita musicale è stata fin dall’inizio una strana, meravigliosa esperienza in cui ho convissuto - e ancora felicemente convivo - con due bellissime “signore musicali”: la classica e il jazz, che in questo lavoro si sono incontrate e sono lieto che questo sia accaduto attraverso i miei arrangiamenti per trio». Al fianco del pianista troviamo Diego Imbert al contrabbasso e André Ceccarelli alla batteria, in una scaletta di undici brani che legano i repertori di alcuni autori classici, da Erik Satie a Claude Debussy, passaggi originali scritti da Pieranunzi, perlopiù omaggi a figure di riferimento, come Fauré, e rielaborazioni di celebri standard. L’elasticità e lo spirito d’insieme sviluppato dal trio determinano un’estetica misurata, ma mai ferma e prevedibile.

venerdì 21 aprile 2017

Gianluigi Trovesi – Umberto Petrin: “Twelve Colours And Synesthetic Cells” [Dodicilune, 2017]

Recita “Thinking Of Alexandr Skrjabin” il sottotitolo di questo lavoro firmato in duo da Gianluigi Trovesi e Umberto Petrin. Un’ispirazione, quella per il compositore russo e per la sua filosofia sinestetica, dalla quale prendono forma compiuta diciotto brani, compresa la suite The Twelve Colours Of Skrjabin, dove assistiamo a un continuo dialogo strumentale tra pianoforte e fiati, alternati da Trovesi tra sassofono contralto e clarinetto. I due ottengono una sintesi estetica peculiare, a volte poetica e cantabile, in certi tratti più aspra, quasi sinistra, che si sviluppa attraverso un flusso d’idee “liquide”, pronte nel trasformarsi nella successiva con agilità felina. La ripresa del suono è curata nel dettaglio, e questo permette di apprezzare appieno una musica che trova il proprio fulcro nella sfumatura timbrica e nel bilanciamento espressivo. In copertina “Mediterraneo” di Mirko Baricchi.

giovedì 20 aprile 2017

Paola Arnesano – Vince Abbracciante: “MPB!” [Dodiclune, 2017]

Il duo composto dalla cantante Paola Arnesano e dal fisarmonicista Vince Abbracciante è protagonista dell’album “MPB!”, lavoro incentrato, come il titolo lascia chiaramente intendere, sulla musica popolare brasiliana. In scaletta troviamo tredici brani, ripresi da repertori celebri, come quello di Antonio Carlos Jobim o di Chico Barque, e a caratterizzare l’album, oltre alla classica sensazione di saudade tipica di queste musiche, è la sensibilità dei due interpreti. Abbracciante rende fluido il suono del suo strumento, mettendo in evidenza una cifra stilistica a metà tra tradizione e un approccio contemporaneo, come nell’introduzione in solo di A vaz do mooro, la Arnesano traduce emozioni e sentimenti con estrema capacità formale ed espressiva, risultando sempre essenziale quanto immersa nelle dinamiche del repertorio proposto.

martedì 18 aprile 2017

Adriano Clemente: “Havana Blue” [Dodicilune, 2017]

“Havana Blue” contiene nove composizioni originali di Adriano Clemente, il quale ci presenta così questo lavoro realizzato per la salentina Dodicilune: «Si tratta di brani ispirati alla grande tradizione cubana di musicisti di importanza storica quali Bebo Valdes, Mario Bauza, Mongo Santamaria e altri. Per l’occasione ho avuto il piacere di conoscere e lavorare con Leyanis Valdes, figlia di Chucho e nipote di Bebo, che è un’ottima pianista e spesso ospite nei jazz club a L’Avana. Insieme a lei hanno suonato otto musicisti locali, quattro fiati, un contrabasso, più la ritmica tradizionale di percussioni, congas, bongos e timbales». Musicista poliedrico e indagatore di tradizioni e stili, Clemente mette a fuoco un’immagine sonora che proietta l’ascoltatore nelle strade de L’Avana, mescolando le classiche sonorità della musica cubana – tra bolero, cha cha, samba - con linee di condotta jazzistiche, rintracciabili in alcuni passaggi d’improvvisazione. L’immagine di copertina è firmata da Antonio Iannace.

martedì 4 aprile 2017

T-Riot (Lomagistro, Pace, Vincenti): “A Different Truth” [Albore Records, 2017]

Il trio composto da Pietro Vincenti al pianoforte, Camillo Pace al contrabbasso e Francesco Lomagistro alla batteria, dà forma a un lavoro dove assistiamo alla rivisitazione di brani provenienti da repertori distanti, da Sign Of The Times di Prince a Libra di Gary Bartz, e originali dal profondo scavo espressivo. L’ambientazione è quella riferibile al mainstream derivante dalle dinamiche del piano trio, ma con diversi spunti d’interesse, tra ispirate tangenti soliste, introduzioni liriche, concitate interazioni d’insieme e repentini cambi di scenario. L’album di distingue per la cura timbrica, per la cantabilità dei temi proposti e per un’armoniosa sequenza d’ascolto.

Fabrizio Scrivano with Toxicity Trio: “Fortuity” [Manitù Records, 2017]

Registrato in presa diretta in studio nell’agosto 2016, “Fortuity” è l’album edito dalla indie label Manitù Records che vede protagonista Fabrizio Scrivano, chitarrista che si avvale della collaborazione del Toxicity Trio, composto da Giovanni De Sossi al basso elettrico, Giuseppe Zangaro al pianoforte e Alessandro Marzano alla batteria. In scaletta troviamo sette originali, perlopiù firmati dal leader e collocabili in area modern mainstream, nei quali assistiamo sia a un’armoniosa interazione d’insieme, sia a degli spunti solisti ispirati e dalla decisa connotazione espressiva. L’album si contraddistingue per la cantabilità melodica dei temi proposti, e alterna momenti ballad a passaggi dalla coinvolgente sollecitazione ritmica, come nell’iniziale In attesa, brano che ben identifica i tratti caratteriali del quartetto. Nella traccia conclusiva Focus Land si ascolta la voce aggiunta di Veronica Parasiliti.