Michele Campanella – Javier Girotto: “Vers la grande porte de Kiev” – Live At Jermann Winery
Quello proposto da Michele Campanella al pianoforte e Javier Girotto, che oltre al soprano utilizza in alcune occasioni il sassofono baritono, è un itinerario di diciannove tappe attraverso le quali si indagano i repertori classici di Igor Stravinskij, Sergej Rachmaninov e Modest Musorgskij, del quale è rivisitata la celebre opera Tableaux d’une Exposition. Al rigore e alla misura di Campanella si affianca la flessibilità espressiva di Girotto, che sovrappone linee melodiche a quelle del pianoforte o prende tangenti soliste capaci di gravitare attorno al tema senza mai snaturarne l’estetica.
Enrico Pieranunzi: “Wine & Waltzes” – Live At Bastianich Winery
L’unico lavoro in solo della serie lo firma Enrico Pieranunzi, con un programma di otto originali tra loro legati dal tema del valzer. Il pianista, che ringrazia Bacco in una nota interna al booklet del CD, mette in mostra una sapienza espressiva capace di travalicare stili, radici e influenze con capacità feline: si ascoltano echi blues, notazioni classiche, melodie “stropicciate”, temi cantabili e flussi di idee pressoché infinite. Fasci di luce, intensi e corposi, si alternano a lampi diradati nelle penombre della cantina Bastianich.
Gabriele Mirabassi – Roberto Taufic: “Nítido e obscuro” – Live At Venica & Venica Winery
Fatta eccezione per alcuni originali la scaletta messa insieme da Gabriele Mirabassi, al clarinetto, e Roberto Taufic, chitarra classica, tocca i repertori di grandi autori brasiliani come, tra gli altri, Guinga e Pixinguinha. La notevole empatia del duo, rodata da lunga frequentazione, produce movimenti melodici sinuosi, dall’accostamento timbrico sempre equilibrato per un insieme dove figura centrale e contorno appaiono sempre sapientemente sfumati. Al centro del discorso espressivo c’è la cantabilità melodica dei temi, tra accenti aperti e altri più chiaroscurali, per una morbida e continua sensazione di narrazione poetica.
Régis Huby – Bruno Chevillon – Michele Rabbia:
“Reminescence” – Live At Livio Felluga Winery
È un fruttuoso incontro tra sonorità acustiche ed elettroniche quello che vede protagonisti Michele Rabbia, percussioni, Bruno Chevillon, contrabbasso, e Régis Huby, violino. Il trio utilizza effetti sulla strumentazione in modo da ampliarne sia le capacità timbriche sia i possibili sviluppi espressivi. Si ascoltano quattro movimenti, nei quali troviamo voglia di sperimentare, passaggi d’insieme, slanci solisti, e un continuo rimando di idee tra figura di primo piano e sfondo. Ci sono aspetti di sperimentazione e l’estetica che ne deriva porta nel proprio nucleo una costante atmosfera di inquietudine, soprattutto dovuta alle corde di Huby. I suoni, sempre scelti in maniera funzionale e mai banali, si affastellano andando a creare situazioni sempre nuove e dal notevole appeal concettuale.
Francesco Bearzatti – Federico Casagrande: “Lost Songs” – Live At Abbazia di Rosazzo Winery
Si compone di soli originali firmati da Francesco Bearzatti la scaletta di questo lavoro svolto in duo con Federico Casagrande. Due musicisti dalla notevole sensibilità espressiva, che riversano in ogni traccia la loro cifra stilistica, per un insieme dove troviamo atmosfere morbide, temi cantabili e strade melodiche percorribili. C’è il tenore di Bearzatti, o il clarinetto in alternanza, in primo piano, mentre le corde di Casagrande cuciono tappeti ritmici e sfondi di grande eleganza e leggerezza. Non mancano alcuni momenti di maggiore attrito, ma che non tradiscono la misura e l’intimità del momento artistico.
Claudio Filippini – Andrea Lombardini – U.T. Gandhi: “Two Grounds” – Live At Le Due Torri Winery
Elettronica, piano elettrico, percussioni, effetti. Il perimetro timbrico disegnato da Claudio Filippini, Andrea Lombardini e U.T. Gandhi racchiude un’anima estetica vibrante e carica di groove, ma che sa anche essere “notturna” e fascinosamente misteriosa. In repertorio troviamo, tra gli altri, brani di Joe Zawinul o di Hermeto Pascoal, per quello che è un lavoro di profonda ricerca e costruito attorno agli equilibri espressivi tra parti scritte e libere interpretazioni. Jazz elettrico per comoda scorciatoia, ma con mille e più tangenti, diramazioni e inversioni formali e di approccio.
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