La realizzazione di Matching Àlea” [Auand, 2018] deriva da una serie di esperienze, studi e approfondimenti che il vibrafonista Andrea Biondi ha condotto in questi ultimi anni e che lo hanno portato verso una visione della materia sonora dettagliata e molto personale, derivante dalla frequentazione di repertori avanguardistici e di processi compositivi che abbracciano John Cage, Philip Glass o La Monte Young.
Al centro dei concetti che segnano questo lavoro con gli Urban 5 (Daniele Tittarelli, alto; Enrico Bracco, chitarra; Jacopo Ferrazza, contrabbasso; Valerio Vantaggio, batteria) c’è l’utilizzo della casualità come punto di partenza degli sviluppi formali dei brani in scaletta, cosicché i temi proposti rimandano a situazioni che scaturiscono da un’organizzazione casuale, ma organizzata, di note, durate, parti improvvisate, movimenti d’insieme o singoli. Spiega nel particolare Biondi: «Nella trilogia dodecafonica (tre brani presenti all’interno di questo album, NdR) ho composto senza soluzione di continuità, con una sola serie dodecafonica generata da dodici bigliettini di carta dove avevo precedentemente scritto le singole dodici note. Il tema è stato creato per estrazione. Da quel momento ho utilizzato tutte le tecniche dodecafoniche schoenberghiane […] L’elemento jazzistico, cioè tema e variazione, è la cosa che tiene insieme il tutto, bilanciando scrittura e improvvisazione».
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