Dino Rubino (pf); Giuseppe Mirabella (ch); Riccardo Fioravanti (cb); Adam Nussbaum (batt); Angelo Bonaccorso (corno francese); Emanuele Giunta (corno francese); Vincenzo Paratone (tbn); Gaetano Cristofaro (cl b)
“Kairòs”, dopo “Zenzi” del 2012, è il secondo album che Dino Rubino pubblica attraverso la Tŭk Music di Paolo Fresu, etichetta con un’attenzione perticolare alla qualità dei progetti da proporre. Anche in questa occasione non mancano i motivi d’interesse, dal momento che gli undici brani in scaletta rimandano a diverse ambientazioni stilistiche e si muovono con meccanismi formali mutevoli. Ci sono le atmosfere melanconiche di Algos, alle quali si contrappongono quelle più solari di Agape, troviamo alcuni inserti che rimandano al mondo del rock, altri al soul e c’è, soprattutto, il pianismo del leader. I suoi interventi sono piegati verso la cantabilità delle melodie, che si rivelano spesso lineari e di immediata assimilazione. Al suo fianco si muove una formazione dalla grande varietà timbrica, con la presenza in lune up anche di una sezione fiati composta da trombone, clarinetto basso e due corni francesi. Nel booklet, oltre a una poesia di Giuseppe Rubino, è riportata una frase di San Francesco d’Assisi, che riflette le diverse luci emanate da “Kairòs”: «Ciò che mi sembrava amaro, mi fu cambiato in dolcezza d’anima e di corpo».
Departure / Pellicano / Rain / Kairòs / Grounding / Getsèmani / Algos / Agape / Barabba / Fratello / Frenesia d’una notte
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