Se O que será fosse catalogato in un negozio di dischi andrebbe alla voce “grandi album”. Stefano Bollani e Hamilton de Holanda sono ripresi dal vivo al Jazz Middelheim Festival di Anversa, il 17 agosto 2012, in un concerto che li vede impegnati nella rivisitazione di brani tratti da repertori di comune interesse, come quelli di Edu Lobo, Chico Buarque, Antonio Carlos Jobim e Vinicius De Moraes. Il particolare intreccio timbrico tra il pianoforte di Bollani e il bandolim di Hamilton de Holanda dà forma a una figura intrigante, che incassa applausi a scena aperta e coinvolge grazie a un andamento flessibile, che spazia da momenti fast, vedi Guarda che luna, ad attimi di assoluta intimità espressiva, come quelli contenuti in Luiza. I movimenti di Bollani sulla tastiera denunciano una grande sensibilità timbrica, sulla quale de Holanda costruisce itinerari melodici di grande cantabilità. L’insieme rispecchia una visione musicale distesa, pronta a elogiare la bellezza dei temi proposti, senza stravolgerne in maniera evidente la natura e l’efficacia, come nel brano O que será, giocato su un interplay millimetrico, estatico. Si respira l’aria di quella nostalgia tipica del repertorio proposto, e l’album si lascia ampiamente apprezzare per l’intera durata.
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