lunedì 13 maggio 2013

Massimo Zamboni e Angela Baraldi: “Un'infinita compressione precede lo scoppio” (URP, 2013)

Si erano già incrociati i destini di Massimo Zamboni e Angela Baraldi, come nel recente “Solo una terapia: dai CCCP all’estinzione”, il live-album con il quale l’ex componente dei CCCP ha riportato alla luce il percorso intrapreso molti anni fa con la band di Giovanni Lindo Ferretti, di cui è stato per anni ingranaggio fondamentale. Quello con la Baraldi è un incontro speciale, che secondo Zamboni: «Non è stata una scelta, nel senso che non c’è stato un casting, non faccio mai i conti a tavolino. Con Angela avevo già collaborato, e ci siamo piaciuti. Ho fiuto per le persone, ho sensibilità, non ho bisogno di esami».

L’idea di un progetto in studio era da qualche periodo nei pensieri dei due, ed oggi ha preso forma nelle undici tracce dell’album “Un'infinita compressione precede lo scoppio”, con il quale Zamboni ribadisce un feeling speciale con la scrittura e con l’assemblamento degli elementi sonori, che da una parte rinvigoriscono la fiamma del passato mai del tutto spenta, e dall’altra rimandano l’idea di modernità espressiva, fedele a sé stessa ma al contempo pronta al cambiamento eventuale.

Fattori che emergono fin dal brano d’apertura “Vorremmo esserci”, dove la Baraldi dà fondo alla sua forza comunicativa, con un approccio vocale capace di flettere da timbri scuri e opachi ad aperture melodiche coinvolgenti. Melodie lineari che segnano anche la successiva “Che farai”, dove si intrecciano chitarre ed effetti, e nella quale a colpire nel segno è la qualità testuale di un brano perfettamente in equilibrio con un andamento vagamante easy. La situazione si fa più aggressiva in “Lamenti”, griffata dal basso di Gianni Maroccolo, e diventa spigolosa in “Fallimetare”, dove affiora il coro sostenuto da Giorgio Canali, in un percorso che conosce con “In rotta” le coordinate del punk di un’Emilia sempre e comunque dal carattere paranoico. È la terra sonora di Zamboni, è una precisa identità che ritorna in mente, senza mai venire a noia, in un’ulteriore prova di forza espressiva, che nel brano “Nel cuore della notte” raggiunge vertici di semplicità ed efficacia, dramma e passione.

http://www.massimozamboni.it

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