venerdì 11 maggio 2012

Jester at Work: Magellano

Jester at Work è Antonio Vitale, cantautore con addosso un mantello stilistico dalle trame vintage. Sarà per quel modo di cantare rugginoso, su accordi essenziali, sarà per quel suo modo di scolpire la pietra musicale a mani nude, fino ad estrarre un’essenza espressiva profondissima. Jester at Work realizza “Magellano”, un album che segue il precedente “Lo-fi, Back to Tape”, che diversi consensi aveva raccolto in ambito strettamente underground, presso una nuvola di cultori che ne avevavo apprezzato il suo modo analogico (nell’accezione più aderente del termine, in quanto si trattava di brani registrati con un registratore analogico Fostex) e il suo modo interpretativo minimale, vero. E gli undici brani qui proposti non sono che la conseguenza naturale di quel lavoro; sono undici dipinti a mano libera, con un modo che non conosce gli ammiccamenti, le scorciatorie melodiche, le furbatine che a volte si celano dietro il file under songwriting. Le linee interpretative di Vitale si reggono in piedi grazie al sostegno della sua chitarra acustica, con la quale dialoga e intavola discorsi brevi e di immediata comprensione, in un album da ascoltare in più riprese, aspettando magari un giorno di pioggia per far attecchire ancora di più le sensazioni che rilascia a piene mani. C’è della malinconia. Mista a speranza. C’è voglia di raccontare storie sensate in “Magellano”, un lavoro che si lascia ascoltare senza nauseare. E di questi tempi, scusate se è poco.

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