lunedì 28 gennaio 2013

Albano Jazz Festival 2013

Una buona presenza di pubblico ha fatto da cornice alla terza e conclusiva serata del Festival Jazz di Albano Laziale, giunto alla quarta edizione, che ha visto protagonista il quartetto guidato dal chitarrista Andrea Gomellini e ottimamente completato da Pier Paolo Pozzi alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Claudio Corvini alla tromba. A quest’ultimo sono state affidate le linee melodiche principali del repertorio proposto, fatto di standard della canzone italiana – da De André a Lucio Battisti, passando per Gino Paoli e il Quartetto Cetra – per l’occasione arrangiati seguendo uno schema espressivo semplice e diretto, senza grandi stravolgimenti tematici. Si è trattato di un’ora di musica piacevole, nella quale Bulgarelli si è ritagliato un paio di soli di grande cantabilità e Gomellini ha dato prova di ottima tecnica e forza espressiva, capace – grazie a un approccio rilassato e flessuoso – di ribattere i temi di Corvini e di liberarsi in solo con elegante naturalezza. Forse, nel complesso, è mancata un po’ d’imprevedibilità, ma di certo non si può rimproverare niente a un quartetto capace di rendere comprensibile e condivisibile un linguaggio – quello jazzistico e di musica lontana dai canoni pop - che nel comune laziale trova rarissimi momenti di visibilità.

domenica 27 gennaio 2013

Marlene Kuntz: Live @ Stazione Birra, Roma 25/01/2013

I Marlene Kuntz lo avevano promesso, tramite Facebook, alcuni giorni prima del concerto romano: “Ci sarà una prima parte di scaletta a perdifiato, con i pezzi dei nostri primi quattro album, e poi un bis su e giù, molto psichedelico. Vi sonicizzeremo del tutto”. E così è stato. A Stazione Birra c’è il tutto esaurito e sotto il palco si assiepa la generazione del download, che fotografa e riprende con smartphone, iPad e apparecchi di ogni genere che a un certo punto sembra di stare in un negozio di elettronica.

Apertura affidata ad “Ape regina” e primo momento di sosta, che arriva dopo una mezzora di muscoli e bordate, con “Impressioni di settembre”, cantata da tutti e marlenizzata con una saturazione di suono da far paura. Quello che colpisce della band guidata da Cristiano Godano è proprio la loro idea di suono: corposo, imponente, incredibilmente definito, che travolge e non lascia scampo. La camicia del frontman è presto vinta dall’ardore e dal sudore provocato da una performance fatta di suoni che si aggrovigliano e si fanno aggressivi, fino a “Festa Mesta”, con la situazione che precipita, gli argini si rompono e s’inizia a pogare. Godano non fa niente per attenuare l’atmosfera e il concerto prende le sembianze di un rito pagano. Strumenti in distorsione, materia musicale che vibra e significati spinti all’estremo. Sembra che il nastro si sia riavvolto, come per incanto, fino a quegli esordi così pieni di forza e veleno. C’è un momento di evidente smarrimento temporale.

Arriva però “Io e me” a sincronizzare i Marlene Kuntz con un’attualità che li ha visti anche vestire i panni buoni per andare a Sanremo, un’esperienza che non ha fatto smarrire agli occhi di Godano il suo odio migliore, la sua carica d’adrenalina purissima. Quella vista a Roma è una band in forma clamorosa, con Riccardo Tesio e Luca Bergia perfettamente allineati a Cristiano e in grado di reggerne la voglia sostenuta di travolgere gli avventori. Tra l’altro si parla di nove pezzi già pronti per il prossimo album, si attendono dunque sviluppi importanti.

sabato 19 gennaio 2013

Franco Ferguson: gli appuntamenti di gennaio

Il 23, 24 e 25 gennaio tornano i concerti organizzati dal collettivo romano Franco Ferguson. La rassegna è organizzata attorno a due idee concettuali di musica dal vivo: gli IMPRORING, che vedono alternarsi sullo stesso palco musicisti di diversa estrazione e provenienza geografica, in formazioni inedite appositamente assemblate; gli AMAZING CONCERTS, riservati ai gruppi formatisi all'interno dei collettivi che aderiscono alla manifestazione (Baap!, Crossroads Quartet, Luz, Monkey Brain Trio, Acre, The Assassins, Mansarda, Mr. Rencore, P.B.B. Special Trio, Mediterranean Collective, Scraps).

L'IMPRORING di mercoledì 23 al Forte Fanfulla di Roma, curato questo mese dal trio Acre, vedrà alternarsi sul palco, in varie tipologie di formazione: Ludovica Manzo (voce); Francesco Negro, Lorenzo Colombini, Jack D'Amico (pianoforte); Giuliano Ferrari, Lele Tommasi, Michele Rabbia (batteria); Angelo Olivieri, Francesco Fratini (tromba); Davide Piersanti (trombone); Arturo Tallini, Antonio Jasevoli (chitarra), Luca Venitucci (fisarmonica); Alipio C Neto (sax); Andrea Federici (elettronica). Negli AMAZING CONCERTS di gennaio saranno protagonisti: giovedì 24, il trio Acre al 30 Formiche di Roma; venerdì 25, il trio Luz al QB Jazz Club di Viterbo.

more: Forte Fanfulla, via Fanfulla da Lodi 5, Roma www.fanfulla.org

30 Formiche, via del Mandrione, Roma info@30formiche.it

QB Jazz Club, S.P. Cimina, Km 2.500, Viterbo restaurant.qb@gmail.com

Massimo Schiavon: Piccolo blu (Incipit/Egea, 2012)

Massimo Schiavon è un cantautore genovese, che con “Piccolo blu” conosce il secondo lavoro in studio di un percorso artistico passato attraverso diverse fasi: la gavetta nei piccoli locali, gli incontri con personaggi di rilievo come Bruno Lauzi, e un momento di pausa al quale ha fatto seguito nel 2007 il primo album dal titolo “Senza rotta”. Tra i dodici nuovi brani proposti spicca l’inedito scritto da Enzo Jannacci “I passi di una donna”, posto in fondo a una scaletta da dove emerge in maniera decisa la connotazione cantautorale di Schiavon, che esplora le proprie emozioni con un approccio dalle forti connotazioni descrittive. A ispirarlo è la pittura, la fotografia e le arti visive in genere, che si riflettono in metafore e accostamenti suggestivi, ricercati e di classe. Gli andamenti ritmici sono pacati, senza inutili eccessi, e gli sfondi mostrano un arrangiamento - composto dalla chitarra di Armando Corsi, fiati, pianoforte e fisarmonica - sempre fuzionale all’intreccio narrativo. “Piccolo blu” è un album dedicato a chi ama le cose semplici, oneste, che non stravolgono l’esistenza, ma di certo possono regalare un momento di piacevole riflessione.

giovedì 17 gennaio 2013

Aedi: Ha Ta Ka Pa (Gusstaff Records, 2013)

Se del precedente “Aedi Met Heidi” andava sottolineata la pacatezza interpretativa e la voglia di percorrere vie espressive lontane dagli ammiccamenti, nel nuovo “Ha Ta Ka Pa” gli Aedi si fanno apprezzare per il coraggio di osare soluzioni formali inconsuete e prive di evidenti punti di riferimento esterni. All’atto pratico si tratta di originalità. Dote rara, anzi rarissima, in un contesto – quello rock pop dall’atteggiamento indie – sempre più uguale a se stesso e incapace di conquistare una propria identità di concretezza. In questo episodio la band italiana si è affidata alla produzione di Alexander Hacke (Einsturzende Neubauten), il quale ha innestato una buona dose di adrenalina e convincimento nella già valida intelaiatura espressiva e formale. La voce di Celeste Carboni – mutevole e pronta al cambio improvviso di registro - continua a rappresentare la migliore arma a disposizione di questa realtà, mentre dietro di lei si muove uno scenario dall’approccio punk, per i ritmi coinvolgenti che riesce a sviluppare (“Animale”), ma dall’anima gentile, dal momento che sono diverse le melodie capaci di catturare l’attenzione senza scorciatoie di sorta (“Tomasz”). Cattivi e spiritosi, taglienti e leggeri, gli Aedi mettono così insieme un altro lavoro da non sottovalutare.

mercoledì 16 gennaio 2013

Shana Falana: In the Light EP (Autoprodotto, 2012)

L’Ep “In the Light” è l’esordio discografico di Shana Falana, vocalist in grado di mettere insieme una manciata di brani – sei in mezzora – dalle atmosfere sospese e impalpabili, dalla grana fine e gentile, dal timbro delicato. Approccio ben chiaro già in apertura di scaletta, dal momento che “Dizzy Chant” è una sorta di ballata sussurrata con retrogusto di psichedelia e “Light the Fire” porta in dote visioni lisergiche e disincantate. Quello descritto dall’artista di base a Brooklyn è un mondo in dissolvenza, dove i colori sono sfumati e nel quale penetrano a stento raggi di luce melodica. La sua è musica che sa affascinare, a patto di aver voglia e tempo per lasciarsi investire senza fretta, dando ai suoni la possibilità di sedimentarsi fino a formare uno strato solido di emozione e forte espressività, come in “Tragic”. La title track è probabilmente il passaggio meno intrigato del lotto, anche se ugualmente intrigante e buono per tentare di attirare più in fretta l’attenzione dell’ascoltatore di passaggio. Il resto è pop d’autore, affrescato con gusto ed eleganza.

in download su http://shanafalana.bandcamp.com/album/in-the-light

domenica 6 gennaio 2013

Paolo Benvegnù: Live @ Blackout Rock Club, Roma 04/01/13

Sono passati quasi due anni dalla pubblicazione di “Hermann”, il terzo album solista di Paolo Benvegnù, che in molti continuano anacronisticamente a ricordare come l’ex leader degli Scisma. Acqua passata. Oggi Benvegnù è un’identità artistica a sé stante, capace di sviluppare un discorso cantautorale di livello assoluto, che è andato ben oltre le più lecite aspettative e che si è posto in maniera decisa in un limbo di precisa qualità interpretativa. Paolo Benvegnù non si è saputo vendere bene, questo sembra chiaro. Per molti si tratta di un pregio, per tanti altri uno spreco. Di talento, di forza, di voglia di scardinare una scena cantautorale italiana troppo ferma a guardarsi sempre attraverso i medesimi specchi. E forse questi pensieri hanno attraversato la mente anche di quelli che hanno gremito il Blackout Rock Club di Roma, in una fredda sera di gennaio, per assistere all’atto conclusivo del lunghissimo tour basato sulla musica di “Hermann” e non solo. Musica che emoziona, attraverso una performance dal vivo che riesce sempre a lasciare il segno, anche quando le condizioni audio non sono delle migliori e qualcosa no va come dovrebbe.

Benvugnù sul palco – in formazione a quattro, con Andrea Franchi (batteria), Luca Baldini (basso), Guglielmo Ridolfo Gagliano (chitarre) – sprigiona la consueta grinta in un set di un’ora e mezza che prende il via con una vibrante “Il mare è bellissimo” e che riesce sia ad accarezzare (“Anime avanzate”), ma anche a prendere a schiaffi l’ascoltatore (“Suggestionabili”) nel volgere di pochi brani, pescati in un repertorio che ha da tempo preso consistenza e valore. Qualche aneddoto per prendere fiato, qualche verità amara detta con il sorriso («invece di un presidente del Consiglio ci sarebbe bisogno di più antidepressivi»), e il concerto scorre tra gli applausi di un pubblico composto per la maggior parte da affezionati, i quali apprezzano anche i brani più recenti, vedi “Moses”. L’evento era stato presentato sulla pagina Facebook di Benvegnù come “Il sonno - idea di letargo post-apocalittico”. Preludio, probabilmente, a un lungo e necessario silenzio che servirà al cantautore per riorganizzare le idee e trovare la rotta esatta del suo percorso che si è finora posto a debita distanza dalle soluzioni semplicistiche.

foto di roberto paviglianiti