lunedì 12 dicembre 2011

Cesare Livrizzi: “Dall’altra parte del cielo”


Cesare Livrizzi guarda lontano, o almeno ci prova, in un panorama cantautorale italiano troppo spesso uguale a se stesso, incapace di progredire in qualsiasi direzione. E lo fa con un album – dato alle stampe da Zone di Musica – dal titolo emblematico: “Dall’altra parte del cielo”. Il nostro si era fatto notare ai più attenti con un demo autoprodotto nel 2007, da lì in poi ha inanellato una serie di riconoscimenti e attenzioni che lo hanno accompagnato nella realizzazione di questo primo lavoro sulla distanza che conta. Undici brani che non deragliano dai binari dell’immagine comune del cantastorie, pronto nel narrare la realtà che lo circonda, ma che Livrizzi riesce a piegare verso una propria personalità, che sta prendendo forma e che lui stesso – nel modo di cantare e nell’interpretare un pensiero - riversa a piene mani in testi ben assemblati, adagiati su fondi costruiti con piglio e qualità. E diversi sono gli aspetti di pregio qui contenuti, come gli interventi del violino di Valeria Sturba o gli inserti di pianoforte che rilasciano eleganza e distensione. La scaletta proposta scorre senza grandi strappi – tra canzoni in senso stretto e momenti ai confini della narrazione poetica -, in un andamento complessivo dal sapore spesso agro, nel quale il cantautore siciliano non bada molto agli abbellimenti di facciata, preferendo ai ritornelli a presa rapida una profonda ricerca dell’essenza, la propria.

Nessun commento:

Posta un commento