Basso, violoncello, percussioni ed elettronica sono gli ingredienti base della formula messa a reagire da Sergio Armaroli e Walter Prati, artisti che si muovono nei territori dello sperimentalismo con estrema destrezza e dedizione. Il loro album licenziato da Dodicilune è un invito, già dal titolo, all’ascolto “aperto” e senza pregiudizi, nel quale si susseguono cinque passaggi dalla forma mutevole, e dove si incontrano piani sonori magmatici, capaci di estendersi, con elasticità creativa, da silenzi rarefatti a densità di notazione, tra discese oblique a improvvise impennate di umori. Il loro è un processo che trova la propria spina dorsale nell’improvvisazione, sempre funzionale all’estetica d’insieme, e in dialoghi a volte volontariamente incoerenti, che generano dicotomie timbriche o passaggi idealmente sovrapponibili, per un amalgama dal fascino ancestrale.
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