Dopo i lavori precedenti incentrati sulla musica di Bud Powell (“Bouncing With Bud Powell, Domani Musica 2014) e Thelonious Monk (“Fog Monk”, GRM Records 2015) il contrabbassista Dario Germani pubblica in duo, con Lorenzo Corsetti agli strumenti elettronici, il nuovo album “To Sky” (GRM Records, 2017). Si tratta di un lavoro dalla particolare cubatura timbrica, con strumento acustico e sonorità sintetiche, dove Germani riversa nelle dieci tracce autografe sia le esperienze, umane e artistiche, degli ultimi anni, sia una visione musicale che va al di là delle definizioni di genere e che si pone in un interstizio creativo di sicuro interesse. Lo abbiamo raggiunto per l’occasione
●Da “Fog Monk a To Sky è passato del tempo. Nella tua vita artistica cosa è accaduto?
Sono passati due anni molto intensi per me; dal punto di vista sia personale sia musicale. Ho viaggiato molto: Svezia, Nuova Zelanda e sei mesi a Melbourne, in Australia. Questo mi ha permesso di conoscere meglio me stesso e alcune scene musicali sparse nel mondo, oltre che in Italia naturalmente. Penso che la ricerca sia alla base della creatività. In questi due anni ho iniziato un percorso legato alla musica elettronica che inizia con “To Sky” e non so dove mi porterà. Guardo indietro nella mia vita artistica, infatti “To Sky” è anche una dedica alla prima etichetta che ha creduto in me, la Tosky Records (per la quale ha pubblicato l’album “For Life” nel 2013, NdR); e guardo “in alto”, to the sky. Vivo la musica ogni giorno sempre con molta passione e libertà, con rigore e entusiasmo. C’è da dire che questo non significa che io abbia dimenticato le mia passioni, come quella per Monk, che non ho mai abbandonato, è una costante nella mia vita musicale.
●Come nasce e si concretizza l’idea di “To Sky”?
Tre anni fa sono entrato in contatto con Raffaele Costantino di Musical Box, il programma di Radio Rai Due. Lui e i suoi collaboratori mi hanno spronato a lanciarmi in questa nuova avventura chiamata musica elettronica. Quindi ho iniziato a mettere dischi (DJ è una parola troppo grossa), ho installato Ableton Live (un programma di produzione musicale, NdR) e quotidianamente compro e ascolto dischi prodotti da etichette come Brainfeeder, Warp, e White Forest. Proprio quest’ultima mi ha condotto al producer Lorenzo Corsetti. Ci conosciamo da tanti anni, ma ci eravamo persi vista. Ci siamo scambiati opinioni, idee, e abbiamo concordato il metodo di produzione del disco. Senza fretta, ma con il piacere di passare del tempo insieme siamo arrivati alla conclusione dei dieci brani.
●Può essere una base per i tuoi progetti futuri?
Certamente lo è. Ma lo era anche “Fog Monk”. Sono due strade che porterò avanti parallelamente: il solo di contrabbasso e l’elettronica; così distanti, ma in realtà più vicine di quello che si possa immaginare... Tutto questo senza tralasciare altri progetti in trio e le collaborazioni con altri musicisti.
●Nota: la cover art di “To Sky” è curata da Marco D’Emilia, mentre il mixig è firmato da Matteo Lo Valvo.
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