mercoledì 5 settembre 2018

Hank Roberts – Zeno De Rossi – Pasquale Mirra – Giorgio Pacorig - Filippo Vignato: “Pipe Dream” [CAM Jazz, 2018]



Esce per la CAM Jazz “Pipe Dream”, l’album che vede l’incontro in studio tra Hank Roberts (violoncello), Zeno De Rossi (batteria), Pasquale Mirra (vibrafono), Giorgio Pacorig (pianoforte) e Filippo Vignato (trombone). Abbiamo chiesto al giovane trombonista di illustrarci i tratti salienti di questa realizzazione dal particolare assetto timbrico e dal profondo scavo espressivo, in equilibrio tra lucenti melodie e passaggi immaginifici.




Il quintetto di “Pipe Dream” presenta una particolare organizzazione timbrica. Come è nata la collaborazione tra di voi?
Tutto nasce da un’idea di Zeno De Rossi, estimatore della musica di Hank Roberts da più di trent’anni. Per affinità umana e musicale ha coinvolto Giorgio Pacorig e Pasquale Mirra e successivamente anche me, per avere un’altra voce accanto al violoncello, e mi sono subito entusiasmato. È poi diventato un progetto collettivo e condiviso che ci sta dando molte soddisfazioni.

In che periodo vi siete frequentati e per quale motivo avete pensato in seguito di incidere?
Nei primi mesi del 2017 abbiamo lavorato al repertorio per qualche mese in quartetto senza Hank, che vive a Brooklyn. Abbiamo trovato la complicità del Festival Jazz &Wine of Peace di Cormons, che ci ha subito dato carta bianca per la première del progetto, avvenuto a ottobre 2017. Una volta avuta questa possibilità, decidere di andare in studio subito dopo è stata una naturale conseguenza, l’occasione perfetta. La CamJazz, sempre alla ricerca di nuovi progetti, si è mostrata interessata ed eccoci qui.

Come si è sviluppato il lavoro in studio?
Ognuno ha contribuito con un paio di brani, portando ciascuno un pezzetto di sé e del proprio universo e immaginando come adattarlo agli altri. Ne è risultato un insieme di brani eterogeneo e ricco di diversità, che abbiamo arrangiato insieme per adattarli alla strumentazione che è decisamente singolare, quasi cameristica. Stefano Amerio di Artesuono si è preso cura del suono del disco, riuscendo a riconsegnare fedelmente attraverso la registrazione quello che è il sound della band.

Qual è il segno distintivo di questo album?
È prima di tutto frutto di un incontro umano davvero meraviglioso. Ci diverte passare del tempo insieme e questo si riflette nella musica. Fin da subito anche Hank si è inserito con grande spirito in questo mood, il che ha favorito il lavoro collettivo e la condivisione di una visione comune riguardo al progetto. 

Il titolo e l’artwork di copertina hanno un particolare significato?
“Pipe Dream” significa letteralmente Sogno impossibile. Hank e Zeno si conobbero a Verona più di venticinque anni fa, Zeno era già un fan della sua musica e si sono tenuti sempre più o meno in contatto. Mettere in piedi un gruppo con lui è sempre stato uno dei suoi sogni - se non impossibile - molto complesso da realizzare per ovvi motivi logistici. Ora si è realizzato, ma rimane sempre un Pipe Dream. Il riferimento, inoltre, è ai sogni di ognuno di noi, al non abbandonarli ma coltivarli e prendersene cura. Le immagini di Francesco Chiacchio non potevano essere più adatte per accompagnare la nostra musica, che usiamo per rendere vivi i nostri sogni più intimi.

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