C’è Dan Kinzelman al posto di Chris Speed al sassofono tenore nella nuova line up del quintetto Frontal, capitanato dal pianista Simone Graziano, che giunge con “Trentacinque” alla seconda incisione per Auand Records dopo l’apprezzato debutto del 2013. Il titolo di questo lavoro trova il suo significato negli anni che legano Simone Graziano a Firenze, città presa a simbolo per l’intera scrittura dell’album, ma anche nella combinazione del numero 3, a rappresentare gli album pubblicati dal leader, con il 5, unità metrica di quasi tutte le composizioni suonate dal quintetto. Al di là delle considerazioni concettuali, la musica di questo lavoro si svincola con estrema facilità delle immediate collocazioni stilistiche. Questo perché si tratta di un amalgama contemporaneo di significati dove convergono, prendendo poi ulteriori tangenti, una nutrita serie di elementi, sia formali sia espressivi. C’è la classe pianistica del leader, evidente nel solo spettrale di White Piano, ci sono le forme spigolose di Falk The Bow, e poi troviamo, senza possibilità di previsione, groove ipnotici, derive di elementi elettronici e soffi melanconici. Nella musica dei Frontal entrano, senza chiedere permesso, echi di Ligeti, l’hip hop e il Fender Rhodes, per una visione d’insieme ampia e ispirata.
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