venerdì 22 dicembre 2017

Johnny O'Neal Trio: sabato 23 dicembre al Jazz Club Ferrara



Sarà il trio capitanato dal pianista Johnny O'Neal, completato da Luke Sellick al contrabbasso e Charles Goold alla batteria,  a chiudere la prima parte della stagione del Jazz Club Ferrara. Il concerto, in programma alle 21.30 di sabato 23 dicembre, rientra nel cartellone di Ferrara in Jazz, dal 6 ottobre 2017 al 30 arile 2018, e sarà seguito dalla selezione musicale di Gil DJ.

More info e prenotazioni: www.jazzclubferrara.com

Giorgio Pacorig – Michele Rabbia – Giovanni Maier: “Floating Lines” [CAM Jazz, 2017]

Giorgio Pacorig (pianoforte, Fender Rhodes, elettronica), Michele Rabbia (percussioni, elettronica) e Giovanni Maier (contrabbasso) danno forma alle undici tracce originali di “Floating Lines” basandosi sulla loro voglia di sperimentazione, sull’ascolto reciproco e sul rispetto degli spazi di manovra, soprattutto in fase di improvvisazione. Ne deriva un insieme dal carattere peculiare e dall’estetica mutevole, che si sposta da momenti riflessivi, dove il tempo sembra dilatarsi, e derive di saturazione sonora dall’impronta free. Modi di operare che abbracciano acustica e suoni sintetici, dai quali affiorano anche temi cantabili tradotti dai tasti di Pacorig, grovigli sonori a volte “ruvidi”, ritmi insistenti, prospettive distorte e un obiettivo comune: non darsi limiti, formali e concettuali. La foto di copertina è di Elisa Caldana.

giovedì 21 dicembre 2017

Fabrizio Bosso Quartet: “Merry Christmas Baby” [Warner Music, 2017]


In quattro delle dodici tracce in programma di “Merry Christmas Baby” sono le voci di Karima e di Walter Ricci gli elementi che ampliano l’orizzonte espressivo del quartetto di Fabrizio Bosso, completato da Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria. Un organico amalgamato da anni di frequentazione, che in questa nuova uscita si confronta con un repertorio di standard dall’inclinazione natalizia, vedi Frosty The Snownam o Let It Snow, tra ballad, passaggi blues e un’atmosfera d’insieme riferibile al jazz mainstream. A colpire è soprattutto la presenza di Walter Ricci, capace di prodursi ora in veloci scat, poi in fitti dialoghi con la tromba di Bosso o di rimanere nella misura di un tono confidenziale che accarezza e impreziosisce melodie.
                                           

domenica 17 dicembre 2017

Michele Francesconi – Laura Avanzolini: “Songs” [AlfaMusic, 2017]


Michele Francesconi al pianoforte e Laura Avanzolini alla voce danno forma, e anima, alle nove canzoni dell’album “Songs” edito dalla AlfaMusic di Fabrizio Salvatore e Alessandro Guardia. Anima, si accennava, perché oltre ad aver svolto un attento lavoro di arrangiamento sulle partiture originali degli standard presi in considerazione, il duo rende personale una dimensione che nello stesso tempo si presenta libera da schemi quanto piena di insidie. Problemi, eventuali, che il duo elude con interplay e misura: la voce si fa ora ingranaggio ritmico poi cardine espressivo, il pianoforte, a sua volta, determina registri e retroscena per poi prendere “parola” e farsi protagonista. Al centro del discorso, di un insieme di pregevole fattura, c’è il Great American Songbook, ma non mancano licenze verso l’area pop, vedi Overjoyed di Stevie Wonder, e quella della musica sudamericana, come accade per One Note Samba di Antonio Carlos Jobim.


Francesco Venerucci feat. Dave Liebman: “Early Afternoon” [Dodicilune, 2017]

Il pianista e compositore Francesco Venerucci è affiancato da Dave Liebman in quattro dei dieci brani che formano la scaletta di “Early Afternoon”, un lavoro che ha preso forma a seguito di un invito ricevuto da Venerucci, come lui stesso spiega nella nota di copertina: «Nel 2011 ricevetti l’invito dell’associazione Amore e Psiche a tenere un concerto presso la loro sede, una bellissima libreria del centro storico di Roma. Nel preparare il programma scelsi alcune mie composizioni caratterizzate dall’interazione tra letteratura e musica. Il lavoro di selezione dei brani, scritti nell’arco di circa vent’anni, e della loro rielaborazione ha costituito il nucleo fondamentale di ciò che sarebbe divenuto in seguito l’attuale progetto discografico […]». Un lavoro dal profondo scavo espressivo, che si esprime sia attraverso l’introspezione e la dimensione intima del pianoforte in solo, sia nel dialogo fitto di spunti creativi che si instaura tra gli ottantotto tasti e il sassofono soprano di Liebman. Oltre ai brani del pianista troviamo la rilettura di When You Wish Upon A Star, dalla colonna sonora del film di animazione Disney “Pinocchio”.

                                           

venerdì 8 dicembre 2017

Elisabetta Serio: “Sedici” [Via Veneto Jazz, 2017]

Nove tracce originali firmate dalla pianista Elisabetta Serio compongono la scaletta del suo album “Sedici”, un lavoro che ne evidenzia sia la predilezione per il jazz mainstream, sia un’estetica “contemporanea” che indaga anche musica mediterranea e funk. Insieme a lei troviamo Marco De Tilla al contrabbasso e Leonardo De Lorenzo alla batteria, e una serie di ospiti: Sarah Jane Morris nella traccia d’apertura Afrika; il trombettista Fulvio Sigurtà e il sassofonista Jerry Popolo che alternano i loro contributi per quasi l’intero programma del CD. Musicisti che ampliano l’orizzonte timbrico di un lavoro che si distingue per versatilità formale, profondo scavo espressivo, soprattutto nelle parti in solo della leader, e un alone d’insieme che trasmette in egual misura eleganza e decisione. Mr. P è la traccia, intima e sviluppata su lievi sonorità, che Elisabetta Serio dedica all’amico e mentore Pino Daniele.

Tom Hewson: “Essence” [CAM Jazz, 2017]



Dedicato alla memoria di John Taylor, “Essence” è il lavoro in solo che vede protagonista Tom Hewson, per l’occasione ripreso nel novembre 2016 presso la fabbrica di pianoforti austriaca L. Bösendorfer Klavierfabrik, di Wiener Neustadt. Si tratta di un album dalle forti connotazioni di intimità espressiva, derivate dalla profonda sensibilità estetica di Hewson, il quale unisce in un unico lieve, ma deciso, tratto melodico originali e riletture, tra le quali Goddbye Pork Pie Hat di Charles Mingus. In filigrana affiora un continuo senso di equilibrio, tra movenze che rimandano alla tradizione classica e altre che flirtano con l’idea di jazz, qui intesa come un’alternanza di forme in divenire. La registrazione e il mixing sono curati da Stefano Amerio di Artesuono.

Italian West Side Big Band: “Blue Tone” [AlfaMusic, 2017]


«Questo disco è un omaggio all’importante tradizione dei grandi organici del jazz […]» scrive Marco Tiso nelle note di copertina di “Blue Tone”, l’album che lo vede direttore della Italian West Side Big Band. La scaletta propone alcuni originali e la rilettura di classici come Moanin’, posta in apertura, o Somebody Loves Me di George Gershwin, e a caratterizzare il suono dell’ensemble, riferibile alla tradizione delle big band degli anni Sessanta, è la decisa interazioni strumentale, sia tra le sezioni, sia tra l’orchestra e i solisti. Un interscambio continuo, timbrico e melodico, che trova anche passaggi risolutivi in momenti più raccolti, come quelli espressi in Over The Rainbow, elegante e misurata. Tiso è affiancato nel meticoloso lavoro di arrangiamento da Giancarlo Canini, al quale si deve l’idea del progetto realizzato grazie alla perseveranza e alla voglia di portare a compimento il sogno di registrare un album di questo genere. Nell’ampia line up segnaliamo i musicisti ospiti: Aldo Bassi, Eugenio Colombo, Maurizio Giammarco e Giancarlo Schiaffini.