Paolo Damiani prende spunto creativo da sette opere dell’architetto Renzo Piano per dare forma all’album “Seven Sketches In Music”. Al suo fianco organizza un doppio trio composto da Michele Rabbia alle percussioni ed elettronica, Rosario Giuliani ai sax, Daniele Tittarelli al flauto e soprano, e Marco Bardoscia al contrabbasso. È lo stesso Damiani a descriverci le intenzioni di questo lavoro: «Le architetture prese come oggetto hanno un filo rosso che le accomuna, che è la loro leggerezza. Sono degli spazi molto “trasparenti”, pieni di luce, sono fatti di vetro, di acciaio. Ho voluto pensare a una struttura musicale che in qualche modo riflettesse questi aspetti. Ho cercato di eliminare gli strumenti armonici che tendono ad appesantire le strutture, quindi senza pianoforte e chitarra, strumenti che di solito compaiono nelle mie produzioni». Quello che ne deriva è un album diverso dai lavori che solitamente coinvolgono il violoncellista e compositore. Si tratta di musica che non manca della consueta liricità, ma raggiunta attraverso un attento lavoro sui timbri, sull’essenzialità di certe dinamiche e sull’equilibrio delle parti. Le intelaiature ritmiche sono flessibili, si rendono minime in certi passaggi e dal tratto più marcato in altri. Michele Rabbia si rivela dunque come l’elemento decisivo negli ingranaggi pensati da Damiani, che ne sottolinea le doti: «Non è solo un musicista, ma è un poeta, uno che inventa di continuo. Anche l’uso che fa dell’elettronica, così discreto, calibrato, lavorando per sottrazione, restituisce valore a ogni movimento, che sia un colpo di tamburo o di piatto. Gli basta pochissimo per dare un colore e un timbro a quello che fa».
Nota: le opere che hanno ispirato questo lavoro sono, Theater am Potsdamer Platz Berlino; Prometeo Musical Space Venezia; Auditorium Giovanni Agnelli Torino; Ircam Parigi; Auditorium Paganini Parma; Auditorium Parco della Musica Roma; Centre Culturel Jean Marie Tjibaou Noumea.
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