“Dall’infinito
al mondo” dà seguito alla discografia nelle vesti di leader di Antonio Ragosta,
dopo l’apprezzato “Il mare e l’incanto a Roma est” del 2013. Il chitarrista e
polistrumentista napoletano, di stanza nella capitale, ha nel frattempo
arricchito il proprio bagaglio artistico, che riversa nelle tracce di questo
nuovo lavoro, nel quale si incontrano diverse correnti stilistiche. Oltre al
jazz, qui inteso come feeling strumentale ed espressivo, si avverto echi
mediterranei, blues e riferimenti al rock. In scaletta, oltre agli originali,
troviamo anche Anime salve, di
Fabrizio De Andrè e Ivano Fossati, e Femme
Fatale, di Lou Reed, brani che esaltano le doti melodiche di Ragosta,
capace sia di passaggi fatti di brevi accenni sia di situazioni timbricamente
più ruvide. La voce di Teresa Matrone, ospite in alcuni brani, amplia
l’orizzonte estetico di un album pensato e curato nel dettaglio.
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