Ispirato dalla simbologia dell’albero della vita secondo la Kabbalah, Gabriele Coen realizza il suo primo lavoro per la Parco della Musica Records organizzando un sestetto dalle forti connotazioni elettriche, completato da Lutte Berg alla chitarra, Pietro Lussu all’Hammond e Fender Rhodes, Marco Loddo al basso, Luca Caponi alla batteria e Pierpaolo Bisogno alle percussioni. Il clarinettista, sassofonista e compositore dà forma a una scaletta di soli originali caratterizzati da diversi elementi estetici ed espressivi: melodie cantabili, strutture ritmiche flessibili e tensioni strumentali tra parti elettriche e acustiche. Ne deriva un insieme multiforme, che sfugge a un immediato incasellamento di genere, dove si incappa nel jazz elettrico di Davis, nelle derive rock, nel klezmer, e dove i diversi accostamenti timbrici generano situazioni mai prevedibili.
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