Undici brani arrangiati da Giovanni Falzone compongono la scaletta di “Abbey’s Road”, l’album con il quale Ada Montellanico rende omaggio a Abbey Lincoln, una delle figure più importanti e rappresentative della storia del jazz, sia dal punto di vista musicale sia per l’impegno sociale che ne ha contraddistinto il percorso di vita. Fatta eccezione per alcuni originali, si tratta di brani ripresi dal repertorio della Lincoln, sia autorale sia interpretativo, e ripensati per un quintetto pianoless completato da Matteo Bortone al contrabbasso, Ermanno Baron alla batteria e Filippo Vignato al trombone. Quest’ultimo, insieme a Falzone, è spesso chiamato in causa come “voce alternativa” a quella della Montellanico che, come di consueto, evidenzia un’importate presenza vocale, fatta di dinamiche che flettono dallo scat alla precisa scansione del testo. L’insieme, che possiamo riassumere a grandi linee in un ambito hard bop, non manca di variabilità espressiva fino a chiamare in causa le sonorità afro. L’album è stato presentato alla Casa del Jazz di Roma, in un concerto sold out che la Montellanico ha introdotto così: «È un progetto al quale tengo molto. Abbey Lincoln è stata una grandissima interprete, una donna che ha saputo entrare nelle pieghe della narrazione in maniera speciale, perché aveva delle storie da raccontare. Amo l’ambito della vocalità jazz legata al racconto, quindi Abbey Lincoln era una “tappa” che non potevo mancare; ho voluto approfondire il suo aspetto autorale, è stata un’artista a tutto tondo, era stilista, pittrice, attrice e regista, anche complessa se vogliamo, e mi sono avvicinata alla sua vicenda dopo aver acquisito una certa maturità artistica».
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