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venerdì 14 dicembre 2012
Massimo Zamboni: 30 anni di ortodossia, 29 agosto 2012 (cd+dvd, Upr – Iperspazio – Self)
“30 anni ortodossia” fa riferimento al concerto di Reggio Emilia del 29 agosto 2012, che ha visto protagonisti Massimo Zamboni, Angela Baraldi, Nada, Fatur, Cisco e Giorgio Canali. Un’iniziativa nata dal buon riscontro di pubblico che Zamboni ha ottenuto in alcune date dal vivo nell’estate 2012, nelle quali l’ex componente dei CCCP-CSI ha riproposto i brani d’inizio carriera, che oltre ad averne delineato la cifra stilistica hanno segnato a fuoco un periodo del quale si sente la mancanza, anche dal punto di vista culturale. In questa operazione c’è voglia di guaradarsi alle spalle per cercare di capire come procedere nel futuro, c’è voglia di sentire quelle canzoni cariche di andrenalina e forza espressiva, anche se non c’è la nostalgia fine a se stessa, ma la necessaria consapevolezza delle proprie capacità per liberarsi da questa sorta di apatia che attanaglia il presente.
Concetti espressi con chiarezza nei contenuti audio-video: il cd è un album dal vivo apprezzabile sotto diversi aspetti, anche estetici grazie soprattutto alle voci di Nada e Angela Baraldi; nel dvd il concerto diventa film-documentario - per la regia di Paolo Bonfanti e Massimo Corsini - attraverso le parole dei protagonisti e dei filmati che si mescolano alle riprese del live, per sottolineare ulteriormente idee e sensazioni che riemergono dal passato e che per una sera tornano a scrivere la storia, di chi le ha vissute, ma anche di chi ne ha subito le positive conseguenze. E lo fanno in maniera decisa, come nell’iniziale “Emilia paranoica”, partenza obbligata di un percorso rabbioso, tradotto dalla voce della Baraldi, e spigoloso come le chitarre affilate di Zamboni e soci, sempre pronti a non spartirsi un bottino facile, sempre tesi a scattare senza inutili preamboli verso l’obiettivo espressivo. Punk d’autore, si direbbe. Sta di fatto che Giorgio Canali in “Valium Tavor” è un’autentica spina nel fianco, e poi passano in rassegna brani che continuano a mettere i brividi addosso: “Annarella”, “Io sto bene”, la conclusiva “Fuochi nella notte”. C’è Nada ad aggiungere presenza scenica e carattere interpretativo – è splendida in “Miccia”-, c’è Cisco a rendere una collettività che è il vero successo di questo repertorio, e c’è Fatur chiuso in una gabbia che con la sua performance proietta l’immagine di un’attualità strozzata da divieti e restrizioni di ogni genere.
L’Emilia è una terra che non nasconde le sconfitte e la sua gente – come del resto la cultura di questo Paese - non conosce mai la resa, e “30 anni ortodossia” sarà solo la terapia di una sera, ma ne è ulteriore prova.
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