“We Play For Tips” segue nella discografia di Francesco Cafiso il precedente “20 Cents per Note”, l’album del 2015 facente parte del cofanetto “3” insieme a “La banda” e “Contemplation”. Si tratta di un lavoro che fa riferimento al jazz tradizionale, quello derivante dall’idioma di New Orleans, per il quale Cafiso organizza un gruppo di musicisti che ne condividono idee e aspetti espressivi. Registrato in presa diretta durante il jazz festival di Vittoria, kermesse che annualmente Cafiso organizza nella sua città natale, il lavoro presenta diversi motivi di interesse: una scaletta che spazia da passaggi ritmicamente decisi a situazioni più misurate, quasi sognati; alcune dediche a musicisti di rilevante importanza per il leader, come l’iniziale Blo-Wyn’ che richiama la sua collaborazione con Wynton Marsalis; una spontaneità estetica che proietta l’ascolto verso le radici del jazz, ma con freschezza e rinnovati entusiasmi.
Raggiunto per l’occasione, Cafiso ci ha parlato così di questa nuova uscita, edita dalla sua nuova etichetta E Flat: «Si tratta dell’estensione del precedente lavoro “20 Cents per Note”, l’organico è diverso, ma la direzione musicale è la stessa. C’è lo swing, c’è il blues e tutti gli elementi che caratterizzano il linguaggio jazzistico delle radici. Tutto nasce dalla mia esperienza a New Orleans nel 2005, quando andai a suonare lì con le marching band e in altri contesti caratteristici. Mi sono impregnato di quell’atmosfera, e su questa base mi sono messo a lavoro, in maniera spontanea, su questa musica. Abbiamo registrato le tracce durante la decima edizione del festival di Vittoria nel 2017, tranne See You Next Time del 2016. Sono le prime take di ogni brano, un po’ “buona la prima” come si usava fare una volta».
Riguardo l’aspetto old fashioned che permea questo album, Cafiso ha un’idea ben precisa: «Non si può fare avanguardia senza conoscere le radici e il vocabolario del jazz. Senza questi elementi non si può sperimentare nulla. Non si può fare a meno della base di un linguaggio così complesso, intendo la tradizione, quella di Armstrong, Ellington e tutti gli altri. Nel nuovo disco ci sono dei riferimenti a questi grandi personaggi, come Mingus in 20 Cents per Note che è un blues che nel finale diventa un brano free dove improvvisiamo liberamente. Sono situazioni che mi divertono e averle in un mio lavoro mi fa piacere. L’obiettivo è cercare di metterci qualcosa di personale, ma certi riferimenti non si possono dimenticare. Ho scritto un brano per Wynton Marsalis, Blo-Wyn’. È un brano scritto di getto. Avendo avuto l’opportunità di lavorare con lui a inizio carriera ho imparato tantissime cose. Spero di suonarlo con lui questo brano, prima o poi. Nell’insieme c’è musica di spessore, ma volevo un disco che scorresse all’ascolto in maniera fluida. Sono in pochi ad avere tempo per ascoltare un disco intero, quindi ho cercato di rendere la scaletta sempre viva e di non dilungarmi troppo su alcune situazioni. È difficile catturare l’attenzione al giorno d’oggi».
In “We Play For Tips” suonano: Francesco Cafiso (alto, fl); Marco Ferri (ten, cl); Sebastiano Ragusa (bar, cl b); Francesco Lento (tr, flic); Alessandro Presti (tr, flic); Humberto Amésquita (trn); Mauro Schiavone (pf); Pietro Ciancaglini (cb); Adam Pache (batt).
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