È un sottile gioco di equilibri espressivi e formali quello che
si instaura tra la voce di Marilena Paradisi e il pianoforte di Kirk Lightsey
nelle otto tracce di “Some Place Called Where”. Brani presi da repertori tra
loro distanti, da Chales Mingus a Wayne Shorter passando per Leonard Bernstein,
resi attraverso un rapporto fatto di misura e interplay tra i due interpreti. A
colpire è sia la capacità di Paradisi nel produrre un timbro preciso, aderente
all’estetica dei brani proposti, sia il modo in cui Lighsey riesce a farsi presente
senza mai travalicare di una nota il primo piano a favore della voce. L’insieme
rimane unito grazie a un equilibrio di timbri, melodie e ritmi, mentre la
conclusiva Fresh Air, un originale
del pianista di Detroit degli anni Settanta con parole di Paradisi, ne
impreziosisce ulteriormente il valore.
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