Trent’anni di attività, quindici album pubblicati, affetto e stima da parte del pubblico più attento, fanno di Enten Eller (Alberto Mandarini: tromba, flicorno, effetti; Maurizio Brunod: chitarre, live sampling; Giovanni Maier: contrabbasso; Massimo Barbiero: batteria, percussioni) una delle realtà più solide del panorama jazzistico nazionale, rimasta sempre a debita distanza dal mainstream e spinta dall’intento di, come riportato in una nota stampa, «dare possibilità che esista “un’altra” strada o altre strade…». Il loro, dunque, non è progetto con finalità univoche, ma è, soprattutto, un “luogo musicale” dove poter dare forma a significati diversi, o eventuali. Non fa eccezione il nuovo “Tiresia”, lavoro autoprodotto, per precisa scelta di Barbiero e soci, nel quale il gruppo ospita il violinista Emanuele Parrini in una delle tre lunghe tracce che compongono la scaletta. Quella che si ascolta è una musica costruita attraverso un discorso tra gli interpreti in divenire, allo stesso momento logico quanto imprevedibile. Gli Enten Eller improvvisano il proprio concetto stilistico in un’unica seduta di ripresa, mantenendo a vista un’estetica fatta di attimi di riflessione, piccoli dettagli, ma anche di movimenti d’insieme corali e stratificati.
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