Daniele Cordisco (ch); Fabrizio Bosso (tr #2, #6, flic #4); Sandro Deidda (ten #1, #5-6, sop #3, fl #4); Giuseppe Vadalà (alto #4); Pietro Lossu (pf #1-4, #6, #8); Antonio “Caps” Capasso (Hammond #2, #4-5); Dario Rosciglione (cb #1-4, #6-8); Dario Deidda (cd #5); Giovanni Campanella (batt, shaker); Cristina Ravot (voc #4)
I’ve Got The World On A String / Woo Chen / Jitterbug Waltz / Winston Samba / Autumn Sunset / 4 Caps / Blues For Ray / This Could Be The Start Of Something Big / Lush Life
Per arrivare alla pubblicazione di questo primo lavoro nelle vesti di leader, il giovane Daniele Cordisco ha fatto una lunga gavetta, raccogliendo consensi e riconoscimenti di vario genere, come il Premio Internazionale Massimo Urbani del 2013. Il chitarrista dà vita alla sua passione per il jazz seguendo le orme del padre Nicola, e mette a punto il proprio stile sia attraverso lo studio sia inanellando importanti esperienze con dei grandi musicisti, vedi Pat Martino e Joseph Lepore. Ne deriva un modo espressivo dalle diverse sfaccettature, che si rifà ai capisaldi della chitarra jazz, come del resto sottolinea Greg Hutchinson nelle note di copertina, ma che riesce a tirare fuori una propria personalità grazie a un approccio formale calibrato, mai fuori luogo e carico di swing. L’insieme di “This Could Be The Start” non appare mai scontato, dal momento che le nove tracce proposte, tra originali firmati da Cordisco e rivisitazioni di celebri standard, sono affrontate con organici diversi, che vedono la partecipazione di importanti musicisti, tra i quali Fabrizio Bosso. La conclusiva Lush Life, suonata in solo, mette in mostra anche il lato più intimo e introspettivo di Daniele Cordisco.
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