martedì 24 febbraio 2015

Caterina Palazzi “Sudoku Killer”: Infanticide [Auand, 2015]

Caterina Palazzi (cb); Antonio Raia (ten); Giacomo Ancillotto (ch); Maurizio Chiavaro (batt)

Sudoku Killer / Hitori / Nurikabe / Futoshiki / Masyu

Cinque nuove tracce firmate da Caterina Palazzi, composite e ispirate ai giochi di logica giapponese, formano la scaletta di “Infanticide”, il secondo album che la contrabbassista realizza con il quartetto Sudoku Killer, completato da Antonio Raia, Giacomo Ancillotto e Maurizio Chiavaro. Si tratta di un lavoro capace di spiazzare l’ascoltatore, in quanto la musica proposta riesce a spostare con estrema duttilità la propria messa a fuoco stilistica, in un continuo rimando di scenari sonori che oscillano tra diverse modalità d’approccio e convinzioni: dalla melodia al rumore improvviso, dai movimenti d’insieme alle isolate schegge soliste, dalle aperture timbriche cinematografiche al gesto punk. Nell'insieme troviamo una decisa spinta ritmica, ma anche equilibri sospesi nel silenzio, groove ipnotici e psichedelia che danno luogo a un andamento magmatico e magnetico. Le atmosfere sono, in certi casi, sinistre e sofferte, l’occupazione dello spazio è lenta e inesorabile, mentre distorsioni, effetti e soluzioni formali tra loro diverse e capaci anche di calcare con disinvoltura il territorio del free, eludono qualsiasi tentativo di incasellamento.

Daniele Cordisco: This Could Be The Start [Edizioni Nuccia, 2014]

Daniele Cordisco (ch); Fabrizio Bosso (tr #2, #6, flic #4); Sandro Deidda (ten #1, #5-6, sop #3, fl #4); Giuseppe Vadalà (alto #4); Pietro Lossu (pf #1-4, #6, #8); Antonio “Caps” Capasso (Hammond #2, #4-5); Dario Rosciglione (cb #1-4, #6-8); Dario Deidda (cd #5); Giovanni Campanella (batt, shaker); Cristina Ravot (voc #4)

I’ve Got The World On A String / Woo Chen / Jitterbug Waltz / Winston Samba / Autumn Sunset / 4 Caps / Blues For Ray / This Could Be The Start Of Something Big / Lush Life

Per arrivare alla pubblicazione di questo primo lavoro nelle vesti di leader, il giovane Daniele Cordisco ha fatto una lunga gavetta, raccogliendo consensi e riconoscimenti di vario genere, come il Premio Internazionale Massimo Urbani del 2013. Il chitarrista dà vita alla sua passione per il jazz seguendo le orme del padre Nicola, e mette a punto il proprio stile sia attraverso lo studio sia inanellando importanti esperienze con dei grandi musicisti, vedi Pat Martino e Joseph Lepore. Ne deriva un modo espressivo dalle diverse sfaccettature, che si rifà ai capisaldi della chitarra jazz, come del resto sottolinea Greg Hutchinson nelle note di copertina, ma che riesce a tirare fuori una propria personalità grazie a un approccio formale calibrato, mai fuori luogo e carico di swing. L’insieme di “This Could Be The Start” non appare mai scontato, dal momento che le nove tracce proposte, tra originali firmati da Cordisco e rivisitazioni di celebri standard, sono affrontate con organici diversi, che vedono la partecipazione di importanti musicisti, tra i quali Fabrizio Bosso. La conclusiva Lush Life, suonata in solo, mette in mostra anche il lato più intimo e introspettivo di Daniele Cordisco.

sabato 14 febbraio 2015

Dario Carnovale: “Portraits” [Albóre Records, 2013]

Dario Carnovale (pf); con Luca Colussi (batt #1,9)

Fatta eccezione per Giant Steps, di John Coltrane, l’album firmato da Dario Carnovale si compone di soli brani originali. In due tracce si muove al suo fianco il batterista Luca Colussi, anche se “Portraits” è nelle intenzioni espressive un piano solo intimo e segnato dall’alternanza di umori. All’interno del booklet alcune note messe vicino ai titoli ci svelano le dediche e le ispirazioni dei ritratti suonati da Carnovale, il quale intitola il suo autoritratto Schizopherenic, quasi a farci intendere il suo aspetto caratteriale variabile. Al nervoso incedere dell’iniziale Seven Steps si giustappone l’atmosfera riflessiva di Medjugorie, e nel suo insieme il lavoro guarda al rigore classico e alle sfumature jazzistiche, rilascia melodie cantabili e lineari, ma anche spigoli espressivi capaci di rendere riconoscibile, e personale, una tessitura preziosa e di grande spessore.

Seven Steps / Medjugorje / Schizophrenic / Miriam And Sara / Aforisma #2 / Giant Steps / La flamme de Scribian / Effatà / Paul And Carla / Prokofiev

venerdì 13 febbraio 2015

Antonella Vitale: Songs In My Heart [Albóre Records, 2014]

Antonella Vitale (voc); Andrea Beneventano (pf); Francesco Puglisi (cb); Alessandro Marzi (batt). Ospiti: Antonello Salis (acc #1,4,5,6,8,10,11,14); Giancarlo Maurino (sop #13)

Il repertorio scelto da Antonella Vitale per il suo “Songs In My Heart” abbraccia un ampio songbook, capace di mettere in relazione, tra le altre, Moon River e Cherokee, Arrivederci e Blue In Green. Canzoni arrangiate sia per mettere in risalto le sue capacità vocali, sia per far splendere di luce propria uno sfondo disegnato da musicisti di straordinaria levatura, come Andrea Beneventano e Antonello Salis, ospite in diversi brani e perfetto nelle vesti di “voce” alternativa a quella della leader. Movimenti veloci e soluzioni più misurate si alternano in una scaletta che non tradisce mai la sensazione di equilibrio espressivo ed eleganza formale.

Cherokee / When Your Lover Has Gone / Blue In Green / Eu e o vento / Canoeiro / Take The A Train / Arrivederci / The Shadow Of Your Smile / But Beautiful / Preludio / What Is This Thing Called Love / With A Song In My Heart / You Go To My Head / Moon River

martedì 10 febbraio 2015

Max Ionata Quartet: Inspiration Live [Albóre Records, 2014]

Max Ionata (ten, sop); Luca Mannutza (pf); Giuseppe Bassi (cb); Nicola Angelucci (batt)

Registrato dal vivo allo Ueffilo Music Club di Gioia del Colle, nel gennaio 2013, “Inspiration Live” testimonia una performance del quartetto capitanato da Max Ionata e completato da Luca Mannutza, Giuseppe Bassi e Nicola Angelucci. Una formazione rodata e capace di sprigionare una decisa forza espressiva, sul linguaggio sonoro aderente al filone neo bop, sì rispettoso della tradizione di riferimento, ma anche ben piantato in una propria personalità. Sensazioni evidenti già nel brano d’apertura, I Hope I Wish, dove il quartetto si muove in un tema veloce, che vede Ionata spesso in primo piano al tenore. Il leader, come sua consuetudine, si lascia ampiamente apprezzare anche nei passaggi più misurati, come nel suo Blue Art, in un lavoro che nel suo insieme, tra originali e rivisitazioni ben assortite, mette in evidenza l’amore per le melodie cantabili.

I Hope I Wish / Blue Art / Aurora / The Best Thing For You Is Me / Luiza / When Will The Blues Leave / Shinny Stockings / E.S.C


Max Ionata Quartet - E.S.C. on MUZU.TV.

venerdì 6 febbraio 2015

Stefano Battaglia – Michele Rabbia – Eivind Aarset: “In Memoriam” [2014]

Stefano Battaglia (pf, pf prep, toy pf, tuned bells); Michele Rabbia (perc, elettronica); Eivind Aarset (ch el, elettronica)

La bomba di Piazza della Loggia, a Brescia, il 28 maggio del 1974. Una strage, con otto morti e oltre cento feriti. Nessun colpevole accertato. Quarant’anni dopo il doppio CD “In Memoriam”, non per un semplice ricordo né per una celebrazione costituzionale, riaccende una luce su questo episodio avvolto in un buio vergognoso. La musica la scrive Stefano Battaglia, e al suo fianco improvvisano, accompagnano, e si ritagliano momenti di primo piano, mai fine a sé stessi, Eivind Aarset e Michele Rabbia. Artisti maiuscoli, ognuno padrone del proprio idioma strumentale, chiamati a interagire in un’ambientazione dalla grande forza espressiva, che trova il suo punto di leva attraverso un atteggiamento misurato, consapevole, grandioso nella sua complessa semplicità. In scaletta troviamo otto requiem, uno per ogni caduto, più dei brani a raccordo dell’intera suite, e una traccia multimediale, con le riprese del trio dal vivo, le fotografie di Roberto Cifarelli e un live painting di Gabriele Amadori.

CD1: Laudomia / Requiem I – Giulietta Banzi Bazoli (34 anni, insegnante) / Requiem II – Livia Bottardi Milani (32 anni, insegnante) / Requiem III – Luigi Pinto (25 anni, insegnante) / Requiem IV – Euplo Natali (69 anni, pensionato) // CD2: Requiem V – Vittorio Zambarda (60 anni, operaio) / Requiem VI - Bartolomeo Talenti (56 anni, operaio) / Requiem VII – Alberto Trebeschi (37 anni, insegnante) / Requiem VIII – Clementina Calzari Trebeschi (31 anni, insegnante) / Hymn / Li albis / Traccia video

The Shipwreck Bag Show: “Don Kixote” [Wallace Records, Brigadisco, Phonometak 2014]

Disponibile in vinile da 12”, “Don Kixote” è il parallelismo, messo in musica da Roberto Bertacchini e Xabier Iriondo, tra le vicende narrate nello scritto “Don Chisciotte” di Miguel de Cervantes e i fatti della nostra epoca. Quella che si ascolta nelle undici tracce in scaletta è una musica visionaria e sensibile ai cambiamenti di scenario, che abbracciano un arco stilistico ampissimo, che parte dal puro noise fino a sfiorare le situazioni di calma assoluta. Nel mezzo troviamo suoni e rumori dalle mille derivazioni formali, spesso organizzate attraverso improvvisazione e tangenti espressive variabili. I due protagonisti mettono a reagire chitarre acustiche ed elettriche, percussioni, elettronica, voce e una serie di inserti strumentali di diverso genere, per un amalgama che chiama in causa surrealismo ed estrema avanguardia.

L'Hidalgo Forte / I Pastori E Gli Eserciti Nemici / L'incantesimo E' Rotto / Non C'è Storia Che Non Sia Cattiva / Cavaliere Degli Specchi / Prima Che Faccia Sera / Ne L'interesse, Ne Il Rancore, Ne La Paura / Riparare I Torti / I Giganti Dalle Braccia Rotanti / L'istinto, La Follia, Il Sogno / Dulcinea

The Shipwreck Bag Show _ I pastori, gli eserciti nemici e i giganti dalle braccia rotanti from endos photography on Vimeo.

Vuoto Pneumatico: “Vuoto Pneumatico” [La cantina appena sotto la vita, 2014]

“Vuoto Pneumatico” è il risultato di una lunga frequentazione artistica tra Gianni Venturi e Giacomo Marighelli, che dopo aver intrapreso una serie di performance versate alla poesia sonora, perlopiù basata su improvvisazione estemporanea, hanno deciso di fissare la loro esperienza in quest’album. Ne viene fuori un percorso molto originale, nel quale Gianni Venturi recita poesie su tessiture elettroacustiche, capaci di variare dal beat elettronico alle campane tibetane, con inserti di archi e rumori. Nell’insieme il lavoro è caratterizzato da una nervosa forza espressiva e dalla dilatazione continua dello spazio formale, tra passaggi cantautorali, graffi improvvisi e testi spesso aderenti alla realtà oggettiva.

Vuoto Pneumatico / Fiore Uterino / Aaaah / La Notte / Ventose Vie (Urlano le Maree in Norvegia & Bimbo che ridi) / Intermezzo / Polline di Sogno / A Tutte le Madri / Numeri Primi / Buon Natale / Perso nella Danza / Buio Asmatico / La Rete