Orion Club, Ciampino, periferia romana. Fuori c’è un inverno che inizia a farsi sentire. Dentro c’è Cristina Donà, impegnata nel tour promozionale del recente album “Così vicini”. Terminata la parentesi intima e riservata del tour acustico è arrivata l’ora di attaccare i jack, scaldare gli amplificatori, elargire emozioni forti, senza sussurri e sfumature. Prima di partire per la serie di concerti, la Donà scrive sul suo profilo Facebook: «La valigia ancora da fare. Mi pare di ricordare quasi tutti gli accordi e le parole, però non credo di ricordare chi sono io, ma questo non è importante... Su quel palco sarò in mutazione costante alla ricerca di una personalità e di un nome... magari lo faremo assieme. Adoro il mio lavoro anche per questo». E sotto quel palco c’è chi l’adora, principalmente, per la sua complessa semplicità. Da sempre il suo linguaggio è fatto di parole silenziose e grida, carezze e graffi, e la tappa romana ne conferma le attitudini, ne ribadisce lo spessore e ne alimenta, forse, qualche rimpianto per quello che sarebbe potuto essere. “Settembre” e “Universo”, per l’occasione unita ad “Across The Universe”, cantate su equilibri sottili di percussioni e pianoforte alzano il livello di emozionabilità, “Invisibile” è densa e scura più che mai, “Torno a casa a piedi” riflette grinta a piene mani. Dal vivo i brani del nuovo album assumono una dimensione più importante, e qualcuno, forse, è destinato a rimanere in scaletta anche in futuro, come “Il senso delle cose”. La band è di quelle d’eccezione, con Saverio Lanza, Emanuele Brignola e Cristiano Calcagnile capaci di flettere con scioltezza a seconda degli scenari proposti, facendosi sfondo prezioso e, in certi casi, prendendosi la scena. Cristina Donà è autoironica, racconta aneddoti, gioca con i doppi sensi del kazoo, parla con il pubblico e, tra le tante divagazioni al limite del nonsense, dice cose importanti, molto importanti. Canta l’amore, narra storie andate storte, ma emana, soprattutto forza e positività a piene mani. Uscendo dall’Orion sbattiamo contro l’inverno, ma con il cuore gonfio di calore.
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