La caratteristica principale di questo lavoro firmato da Maxime Bender, e dal suo quartetto Universal Sky, è individuabile negli accostamenti timbrici, che prevedono l’alternanza di sassofono tenore e soprano del leader, la chitarra elettrica di Manu Codjia, l’Hammond B3 manovrato da Jean-Yves Jun e la batteria dietro la quale siede Jérome Klein. Bender occupa spesso i primi piani espressivi delle dieci tracce in scaletta, e il suono delle sue ance trova alternanza con chitarra e organo, disegnando scenari che vanno dal misurato e rarefatto a situazioni dalla decisa impronta ritmica. Il sassofonista lussemburghese, classe 1982, mette a punto con questo lavoro il suo stile, essenzialmente basato sul respiro melodico dei temi, sempre fluidi, discorsivi, e dalla notevole cifra di cantabilità.
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