Nel suo “Prometheus” il batterista Dejan Terzić è a capo di un quartetto completato da Chris Speed al sassofono, Bojan Zulfikarpašić al pianoforte e Matt Penman al contrabbasso. In scaletta troviamo dieci tracce, tutte firmate dal leader, che riflettono forme ed espressioni di contemporaneità jazzistica, per sommi capi legata alla tradizione, ma perennemente piegata verso una ricerca di timbri, di significati e di melodie del tutto originali. Terzić propone sia situazioni leggibili, con esposizioni tematiche concrete, come in Red, sia passaggi più introspettivi, riuscendo a creare un equilibrio estetico di valore e dalle forti connotazioni personali. Nella sua musica entrano echi folklorici balcanici, spinte ritmiche prossime al rock, intesa tra gli interpreti di matrice jazzistica. Nelle note di copertina il giornalista scozzese Brian Morton definisce l’impronta del batterista come: «Un’audace sfida alla divinità della musica».
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