“Unreal” mostra un James Irwin diverso dal precedente episodio “Western Transport”, l’album d’esordio del 2012 caratterizzato da un suono più intimo e introspettivo. Queste nuove tracce, nove per quasi quaranta minuti di durata, emanano un piglio più elettrico e spigoloso, costruito su basi ritmiche sostenute che, in alcuni tratti, rasentano un atteggiamento dance. Non mancano però i momenti misurati, dai quali affiora un songwriting di spessore, giocato su delicati equilibri timbrici, come accade in Siberia China. Nell’insieme il lavoro presenta una miscela di suoni acustici e sintetici che delineano la nuova veste espressiva di Irwin, e che allo stesso tempo aprono al cantautore nuove strade espressive e formali.
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