Fabio Morgera (tr, voc #2, arranging, conducting); Stacy Dillard (sop #1,#3); Josh Roseman (trn #1); David Gibson (trn #1); Jason Jackson (trn #1,#5,#7); Orrin Evans (pf #4,#5,#7, synth #7); Charles Blenzig (pf el, pf #2,#3); Brian Charette (organ); Richard Padron (ch el #7); John Benitez (b el #5,#7); Gianluca Renzi (b el #1,#2,#3); Jeremy “Bean” Clemons (batt #5,#7); Brandon Lewis (batt #1,#3); Samuel Torres (perc #1); Carlos Maldonado (perc #1,#4,#5,#7)
All’interno del booklet di “Ctrl Z”, oltre ai preziosi interventi di Luca Civelli e Nicola Gaeta che ne descrivono intenzioni e significati, troviamo la dedica che Fabio Morgera fa alla memoria di Lawrence D. “Butch” Morris. Ed è proprio dagli insegnamenti del maestro della conduction che Morgera ricava l’organizzazione sonora dei NYCats, sigla dietro la quale troviamo un nutrito gruppo di musicisti che, durante la scaletta dell’album, entrano e escono di scena andando a formare una sorta di puzzle sonoro difficilmente identificabile, e che sfugge, in maniera intenzionale, a ogni tentativo di incasellamento stilistico. L’ensemble disegna nell’iniziale Illegal Immigration Started In 1942 una tela dalla forte impronta elettrica e percussiva, rafforzata dalla presenza dei fiati, mentre in Thalassocentric e in Prayer To The Microscopic Gods, dove si creano atmosfere più essenziali, è lasciato maggiore spazio al leader, capace di melodie cantabili. Nel suo insieme l’album emana soluzioni espressive di natura sempre diversa, dando costantemente la sensazione di continuo divenire, di trasformazione creativa e funzionale.
Illegal Immigration Started In 1942 / Prayer To The Microscopic Gods / Uno screzio con Borghezio / Thalassocentric / Ius soli (Dance To The Tribes) / Cessate il fuoco / Privatize This
La conduction secondo Fabio Morgera:
«Il progetto “Ctrl Z” è nato nel 2011, quando ancora vivevo stabilmente a New York City e suonavo settimanalmente con la Nublu Orchestra diretta da Butch Morris. È stata principalmente la conduction di Butch a ispirarmi per immaginare una formazione allargata, con cinque fiati e tre tastiere. Considero la conduction l’ultima grande innovazione della musica afro-americana e direi di tutta la musica, perché non definisce un genere o uno stile, ma è solo uno strumento, una tecnica di improvvisazione guidata che è applicabile in tutti i tipi di musica. Butch, ad esempio, dirigeva orchestre di musica europea come di musica afro-americana, e si spinse perfino a fare conduction con un gruppo di poeti... Sebbene il risultato era spesso molto contemporaneo e dissonante, ci sono modi di utilizzarla anche all'interno di strutture o progressioni armoniche ben precise. Ognuno dei “discepoli” di Butch Morris usa la conduction in modo personale, e così anch’io ne faccio un uso particolare. Nel caso specifico di questo lavoro, la utilizzo in introduzioni, interludi o code ai vari tempi funky, swing o latini di cui mi servo usualmente per le mie composizioni. Chiedo ai miei musicisti di prestare molta attenzione, perché mi piace sorprendere l’ascoltatore passando all’utilizzo della conduction in qualsiasi momento durante l’esecuzione di un brano specifico».
Nessun commento:
Posta un commento