Gli Sleep Makes Waves sono un quartetto australiano che ha ottenuto diversi riconoscimenti in patria, e che con il loro album di debutto “…And So We Destroyed Everything” tentano di andare alla conquista di nuove frontiere di ascoltatori. L’album si compone di otto brani strumentali (più un CD di nove tracce remixate da vari artisti) nei quali i ragazzi producono la loro cifra stilistica, individuabile in una sorta di terra di mezzo tra post-rock e psichedelia. Grande risalto viene dato alla sovrapposizione, discreta e timbricamente ben calibrata, dei piani sonori prodotti dai due chitarristi Jonathan Khor e Otto Wicks-Green, i quali poggiano la loro espressività sulle matrici ritmiche elaborate dal batterista Tim Adderley e dal bassista Alex Wilson. I brani sono strutturati secondo passaggi in diverse ambientazioni sonore, e si caratterizzano per l’alternanza di situazioni quiete, al limite della trasparenza, ad altre più decise sia dal punto di vista timbrico sia dell’impatto strumentale. Il lavoro di distingue per l’organizzazione d’insieme, anche se i riferimenti ad altre realtà già esistenti (vedi, tra i tanti, Giardini di Mirò) ne compromettono l’originalità.
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