Sono contenuti in poco più di mezzora i nove brani di “Barry”, l’album firmato dai Marvin, un trio francese giunto al terzo lavoro sulla distanza che conta. La loro è una cifra stilistica perimetrabile in un electro-rock dall’attitudine battagliera, pronto al cambio di marcia ritmico e melodicamente coinvolgente. Elementi che si riscontrano già nell’opener “Tempo Fighting”, brano dal tiro importante, con il quale fa il paio il successivo “Automan”, uno strumentale vorticoso e di grande impatto sonoro. I ragazzi amano tenere i volumi molto alti, come accade in “Giorgio Morricone”, ma sanno anche delineare percorsi melodicamente più contenuti. Il trio riesce a innescare situazioni dance-oriented, come accade in “The Dark Sheep” e “Un chien en hiver”, pur mantenedo costante la tensione ritmica che ne contraddistingue il carattere. Questo lavoro è il risultato di due anni passati a sperimentare sonorità e soluzioni, anche se i Marvin, come hanno avuto modo di sottolineare, preferiscono esprimersi nella dimensione live, dove riescono appieno a realizzare la loro idea estetica.
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