«[…] Lavoro di solito con buoni partner umani e qui invece con un partner che non ha un volto umano ma estremamente servizievole e compiacente». Si riferisce al computer, e alla strumentazione elettronica in genere, il pianista Giancarlo Tossani che nel suo lavoro “Strange Spy” mette insieme quattordici tracce in solo. Ne deriva un album dal piglio sperimentale, con passaggi accennati, situazioni compiute e momenti di estrema visionarietà. Tossani lavora addizionando suoni sintetici alle sue linee pianistiche, capaci di prendere direzioni spiazzanti e vivere attraverso una tensione estetica che si avverte per tutta la durata della performance.
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