Undici tracce composte da Julien Pontvianne, con testi ricavati dal diario del filosofo e poeta Henry David Thoreau, formano la scaletta di “Abhra”, parola che in sanscrito indica l’atmosfera o il vuoto. È da questo concetto che prendono spunto i sei musicisti coinvolti nel progetto, che fanno riferimento al collettivo francese Onze Heures Onze, al centro del quale troviamo la voce di Lauren Kinsella, dal timbro delicato, etereo, al limite della trasparenza, sotto la quale è costruita una tessitura sonora altrettanto impalpabile, attraverso l’utilizzo di chitarra elettrica, violoncello, fiati, tastiere, pianoforte e contrabbasso. Ne deriva un insieme sempre coerente a una determinata estetica di base, che rimanda alle dinamiche dell’ambient music ed è caratterizzata dalla lenta sovrapposizione dei piani sonori, prossimi alla staticità. In alcuni momenti, come in Sun And Around, predomina il silenzio, spezzato da solo da alcune note di chitarra, in un insieme timbricamente cesellato. La voce di Kinsella, che sussurra e recita parole, serve da punto di raccordo verso significati che altrimenti si perderebbero nel nulla, nell’immagine di “vuoto infinito” che l’album lascia intendere.
Ascoltato un brano a "Battiti". Molto interessante.
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