C’è
la cantabilità delle melodie, spesso riferite a un mood riflessivo e misurato,
al centro della scrittura del pianista Lorenzo Masotto, che con il suo quarto
album dal titolo “White Materials” realizza un lavoro dal profondo scavo
espressivo. Le dieci tracce autografe sono ottenute con accostamenti timbrici
tra pianoforte ed elettronica, con inserti di voce, quella di Stefania Avolio,
e del violino di Laura Masotto in tre brani. Realizzato nell’home studio di
Masotto l’album si presenta come un’attenta e preziosa opera di artigianato
musicale, tra rarefazioni, passaggi in solo, momenti che rimandano all’idea di
ambient music in un insieme che non tradisce mai un pregevole profilo estetico.
Il packaging dell’album è interamente realizzato a mano in tiratura limitata,
mentre la scultura riprodotta in copertina è un’opera in porcellana
dell’artista cinese Johnson Tsang.
オブリーク・ストラテジーズ / косые стратегии / oblique strategies / schuine strategieën / استراتيجيات منحرف / skrå strategier / 斜策略 / las estrategias oblicuas / তির্যক কৌশল / schräg strategien / אַבליק סטראַטעגיעס / stratégies obliques / kēlā papa kōnane o / kosi strategije
venerdì 24 novembre 2017
martedì 21 novembre 2017
Botte di Cool: “Speak Low” [Drycastle Records, 2017]
«Ascoltare musicisti italiani di
questa levatura affrontare con amore e rigore la musica di Gerry Mulligan e
dintorni ci dice che la conoscenza della storia è l’arma migliore per
affrontare con lucidità le contraddizioni del presente». Si chiude così la nota
di copertina con la quale Stefano Zenni ci introduce a “Speak Low”, l’album
firmato dal quartetto Botte di Cool, composto da Fabio Morgera (tromba e
flicorno), Dario Cecchini (sassofoni baritono e soprano), Guido Zorn
(contrabbasso) e Alessandro Fabbri (batteria). Una nota che racconta molto di
questo lavoro, nel quale si prende in esame una fetta di repertorio che ha
segnato la stagione del Cool Jazz, da Mulligan a Paul Desmond, ma anche Parker
e Miles Davis. Il quartetto muove in questi territori stilistici proponendo un
sound che scaturisce dal pieno relax esecutivo, con il tipico modo di operare
dei grandi interpreti del passato, con rigore sì, ma senza percorrere sentieri esclusivamente
filologici e mettendo in risalto le singole personalità e i passaggi d’insieme.
L’album si lascia ampiamente apprezzare per gli accostamenti timbrici e per
l’equilibrio con il quale il quartetto costruisce su un’estetica del passato
una personale visione del presente.
Loredana Melodia: “My Sea” [AlfaMusic, 2017]
Si determina in un terreno jazz mainstream il nuovo album della cantante e compositrice Loredana Melodia, che per l’occasione si avvale del lavoro svolto in fase di arrangiamento da Giuseppe Vasapolli. In scaletta troviamo originali nei quali si esaltano le doti vocali della leader, che evidenzia un timbro “lucido”, cambia registro su movenze scat e interagisce in maniera continua con il resto della band, che vede in line up anche il sassofono tenore di Marco Ferri e il pianoforte di Renato Chicco. Tra gli ospiti del progetto spicca Stjepko Gut, alla voce, tromba e flicorno nella traccia Metropolitan Mood-Back To The City della quale firma lo spartito, mentre nel booklet troviamo i complimenti di Sheila Jordan, che definisce la cifra espressiva ed estetica di Loredana Melodia come quella di un «very talented».
venerdì 17 novembre 2017
Marco Tuma: “La vita semplice” [Dodicilune, 2017]
È il suono dell’armonica cromatica
di Marco Tuma, per l'occasione all’esordio nelle vesti di leader, uno degli elementi distintivi
del suo album “La vita semplice”, realizzato con musicisti che concorrono a
formare uno scenario timbrico diversificato, nel quale confluiscono chitarra,
violoncello, pianoforte, contrabbasso, voce recitante, batteria e inserti di
soprano, flauti e glockenspiel. Perlopiù originali i dieci brani in scaletta rimandano
ad atmosfere raccolte, nelle quali al centro degli sviluppi espressivi troviamo
la cantabilità melodica dei temi, e la sensazione di melanconia tipica
dell’area stilistica della musica brasiliana, omaggiata con cover di Antonio
Carlos Jobim e Vinícius de Moraes (Eu sei que vou te amar) e Baden Powell
(Samba em preludio).