Per il suo nuovo album “Pianeti affini”, edito dalla CAM Jazz di Ermanno Basso, Giovanni Falzone organizza un quintetto dalla particolare cubatura timbrica con Filippo Vignato al trombone, Fausto Beccalossi alla fisarmonica, Giulio Corini al basso e Alessandro Rossi alla batteria. La tromba del leader rimane centrale nelle dinamiche degli otto brani in scaletta, tutti autografi, senza però mai invadere eccessivamente gli spazi espressivi, in un contesto formale costruito attorno all'alternanza tra interazioni d’insieme e parti soliste. I temi ibridano diverse influenze, per una musica dal profondo scavo melodico ottenuto attraverso la dilatazione dei tempi e degli incastri estetici, tra tradizione hard bop, contemporanea e rimandi blues. All’interno del booklet troviamo la riproduzione di un dipinto di Giovanni Falzone dallo stesso titolo dell’album.
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martedì 30 maggio 2017
lunedì 29 maggio 2017
Zoe Pia: “Shardana” [Caligola Records, 2017]
La clarinettista e compositrice Zoe Pia organizza un quartetto completato da Roberto De Nittis al pianoforte, Fender Rhodes e tastiere, Sebastian Mannutza alla batteria e violino e Glauco Benedetti al basso tuba, per dare forma ai nove brani di “Shardana”, l’album attraverso il quale mette a reagire musica sarda e jazz in senso stretto, tradizione e contemporaneità espressiva. A risaltare sono gli accostamenti timbrici del quartetto, dove intervengono anche altri “colori” come il toy piano e soprattutto le suggestive launeddas, l’antico strumento a fiato sardo, in un insieme che Zoe Pia ha pensato servendosi anche di voci registrate di canti provenienti da feste popolari e soundscape di varia natura. Brani originali, la rivisitazione di Camineras di Andrea Parodi e tradizionali vanno a comporre un mosaico musicale suggestivo, ottenuto con un attento e approfondito studio della musica sarda, approcciato con un piglio sperimentale e contemporaneo. Le note di copertina sono firmate da Paolo Fresu.
martedì 23 maggio 2017
Michela Lombardi: “Live To Tell” [Dot Time Records, 2017]
Troviamo Don Byron (clarinetto) e Steven Bernstein (tromba) come musicisti ospiti del nuovo lavoro firmato dalla cantante Michela Lombardi, al fianco della quale completano la line up Riccardo Fassi (tastiere), Luca Pirozzi (basso) e Alessandro Marzi (batteria). “Live To Tell”, edito dall’etichetta americana Dot Time Records, contiene brani provenienti dal repertorio dell’icona pop Madonna, e che ne indagano il percorso in maniera trasversale, da Into The Groove a Frozen. La Lombardi interpreta i temi con la consueta duttilità espressiva, riversando la propria personalità vocale nei brani senza snaturarne il senso estetico, ma restituendo un ascolto inedito di melodie molto conosciute, come quelle de La Isla bonita o Material Girl. Tra i passaggi più convincenti segnaliamo Holiday, la pop song vestita, con misura e buon gusto, da jazz standard.
lunedì 22 maggio 2017
TriⱯpology (Vincenzo Saetta – Michele Penta – Ernesto Bolognini): “Rockinnerage” [Tǔk Music, 2017]
C’è la voce ospite di Serena Brancale in una delle otto trace del lavoro firmato dal trio composto da Vincenzo Saetta (alto ed elettronica), Michele Penta (chitarra elettrica ed elettronica) ed Ernesto bolognini (batteria). Si tratta delle rivisitazione di Whole Lotta Love dei Led Zeppelin, traccia innestata in un repertorio che indaga classici del rock, da David Bowie ai Nirvana, con modo personale da parte del trio, che oltre alle sonorità acustiche mette a reagire anche loop station e suoni sintetici. Ne deriva un suono personale, che non tradisce le matrici originali dei brani, ma ne reinterpreta piglio ed estetica. In copertina “Ende neu” di Vincenzo Vins Grosso.
giovedì 18 maggio 2017
Dock in Absolute: “Dock In Absolute” [CAM Jazz, 2017]
I Dock in Absolute sono un trio lussemburghese composto dal pianista Jean-Philippe Koch, da David Kintziger al basso elettrico e Michel Meis alla batteria, e il loro omonimo album d’esordio fa parte della serie Presents della CAM Jazz, la serie attraverso la quale l’etichetta del produttore Ermanno Basso presenta giovani e interessanti realtà. La scaletta si compone di tredici tracce originali, perlopiù firmate da Koch, il cui suono di pianoforte si rivela come vertice espressivo dell’intero lavoro. Il trio sa muoversi in diverse ambientazioni stilistiche, dai tratti esili e introspettivi di Inconscious Game ai passaggi dalla maggiore forza ritmica e formale, come la successiva Chase. Nella musica dei Dock in Absolute si rintraccia un’estetica costruita con approcci mai prevedibili, tra ripetizioni ostinate, melodie cantabili e spigoli d’improvvisazione.
venerdì 12 maggio 2017
Claudio Piselli: “Now” [Dodicilune, 2017]
Fatta eccezione per Giant Step di John Coltrane, la scaletta di “Now” si compone di soli originali firmati dal batterista e vibrafonista Claudio Piselli, leader di una formazione che prevede Giuseppe Talone al contrabbasso, Marco Guidotti al sassofono baritono e Daniele Siscaro al synth guitar nell’iniziale Go, brano dall’impronta jazz fusion dove Talone utilizza il basso elettrico. I temi dei brani proposti evidenziano melodie cantabili, e trovano la loro valenza estetica in particolar modo grazie agli abbinamenti timbrici tra sassofono e vibrafono, su intelaiature ritmiche flessibili, che piegano il mood verso passaggi languidi, come nella title track, o più “colorati” e variabili, come in Tiramisù.
mercoledì 10 maggio 2017
Antonella Chionna meets Pat Battstone: “Rylesonable” [Dodicilune, 2017]
Troviamo il contrabbassista Kit Demos e il vibrafonista Richard Poole al fianco del duo protagonista di questa incisione targata Dodicilune, composto dalla cantante Antonella Chionna e da Pat Battstone al pianoforte e Fender Rhodes. “Rylesonable” è un album nato durante un tour statunitense della Chionna, nella primavera del 2016, dove improvvisazione, avanguardia e minimalismo convergono in un’unica e particolare estetica. Il quartetto esprime le proprie caratteristiche attraverso celebri standard, vedi Sophisticated Lady, e brani che vedono l’interazione tra i musicisti. Le atmosfere sono spesso misurate, e lo scavo espressivo è ottenuto grazie a un attento bilanciamento dei timbri e lievi sovrapposizioni. In alcuni passaggi Demos interviene con i suoni sintetici dei synth, non snaturando le modalità d’insieme, ma ampliandone la cifra dinamica.
martedì 9 maggio 2017
McCandless / Taylor / Balducci / Rabbia: “Evansiana” [Dodicilune, 2017]
Realizzato poco tempo prima della scomparsa di John Taylor, nel luglio 2015, è l’album con i quale il quartetto completato da Michele Rabbia alla batteria, Pierluigi Balducci al basso elettrico e Paul McCandless al soprano, oboe e clarinetto basso in alcuni frangenti, rende omaggio alla figura di Bill Evans. In scaletta troviamo dieci brani, tra originali del pianista e celebri standard del suo repertorio, come Blue In Green, rivisti e piegati verso una propria estetica dai protagonisti della registrazione. Particolare è l’impasto timbrico proposto, tra sonorità elettriche di base e le esposizioni tematiche acustiche di sassofono e pianoforte, e peculiare è il mood che si avverte per l’intera durata dell’album, tra melodie cantabili, passaggi misurati e momenti di estrema essenzialità, come nell’apertura di Turn Out The Stars. Un’occasione per apprezzare e ricordare due grandi figure del pianismo jazz, legate da un raccordo estetico, come Evans e Taylor. La pianta raffigurata di copertina è la Begonia evansiana, dalle foglie a forma di cuore che ama la mezz’ombra.
lunedì 8 maggio 2017
Manuel Magrini: “Unexpected” [Encore Jazz, 2017]
Registrato nel giugno 2015, presso gli studi della Casa del Jazz di Roma, “Unexpected” è l’album d’esordio del pianista Manuel Magrini, che per l’occasione sceglie la forma diretta e “rischiosa” del lavoro in solo. La scaletta si snoda attraverso varie fasi espressive: ci sono le personali rivisitazioni di brani celebri, come In Walked Bud posta in apertura di set; c’è l’improvvisazione libera, che trova un’estetica peculiare tra passaggi angolari e melodie cantabili; ci sono i temi autografi, che denunciano un background ampio e diversificato. Si tratta di album imprevisto, come lo stesso Magrini descrive nella nota di copertina, ma anche inatteso, negli sviluppi e nell’approccio, e sorprendente, per il controllo con il quale il pianista doma e plasma eventi sonori in un continuo divenire. L’artwork di copertina è curato da Emiliano Ponzi.
sabato 6 maggio 2017
Bottalico / Ciancaglini / Creni / Fumagalli: “Alter & Go” [Filibusta Records, 2017]
Roberto Bottalico al tenore, Pietro Ciancaglini al contrabbasso, Augusto Creni alla chitarra e Pietro Fumagalli alla batteria compongono il quartetto protagonista dell’album “Alter & Go”, edito da Filibusta Records. Dai dieci brani in programma, perlopiù originali scritti da Bottalico, emerge un’estetica hard bop, ovvero legata al jazz degli anni Cinquanta e Sessanta, rivista attraverso un personale approccio, fatto di interazione d’insieme e decisi slanci solisti. Non mancano gli spazi espressivi per ogni componente del quartetto, anche se le esposizioni tematiche sono quasi sempre tradotte dal sassofono di Bottalico, il quale trova della chitarra di Creni un ideale punto di dialogo e alternativa. Nell ultime due tracce è la tromba dell’ospite Tiziano Ruggeri a restituire una maggiore ampiezza timbrica e formale all’intero lavoro.
giovedì 4 maggio 2017
Claudio Jr De Rosa Jazz 4et: “Groovin’ Up!” [Incipit Records, 2017]
Il giovane sassofonista e compositore Claudio Jr. De Rosa, classe ’92, assembla un nuovo quartetto dal respiro internazionale, con Xavi Torres Vicente al pianoforte, Kimon Karoutzos al contrabbasso e Agustas Barons alla batteria, per dare forma al suo nuovo lavoro in studio, edito da Incipit Records, dal titolo “Groovin’ Up!”. La scaletta si compone di otto tracce originali scritte dal leader e dalla rivisitazione dello standard I Hear A Rhapsody, posto in chiusura di programma, che trovano nella cantabilità dei temi uno dei segni estetici di maggiore riconoscibilità. De Rosa si produce con eguale forza espressiva sia al tenore sia al soprano, in un insieme riferibile all’area stilistica del tradizionale hard-bop, piegato ora verso atteggiamenti ballad, vedi la traccia Closed Eyes dedicata alle vittime dell’attentato terroristico di Parigi nel novembre 2015, poi propenso a un approccio rapido come in Hard Influences. Da segnalare nella traccia Dear Brigitte la presenza al pianoforte dell’ospite Vivienne ChuLiao, che si produce in un solo intimo e dal profondo scavo espressivo.
mercoledì 3 maggio 2017
Luciano Caruso – Ivan Pilat – Fred Casadei – Stefano Giust: “Apnea” [Setola di Maiale, 2016]
Registrato in presa diretta presso Cantina Cenci di Tarzo, nel gennaio 2016, “Apnea” vede protagonisti Luciano Caruso al sassofono soprano curvo, Ivan Pilat al baritono, Fred Casadei al contrabbasso e Stefano Giust alla batteria. Si tratta di una sessione basata sull’improvvisazione d’insieme, dalla quale derivano cinque tracce dal profondo senso di libertà, dove ognuno dei musicisti coinvolti è chiamato al reciproco scambio d’idee, tra rimandi, contrappunti, dialoghi e tangenti soliste. Un’estetica free form – che in certi casi provoca grovigli sonori, in altri passaggi dal profilo più delineato - che conosce anche momenti leggibili, costruiti attraverso piccole citazioni, gruppi di note, astrattismi e forza espressiva.
martedì 2 maggio 2017
Alessandro Galati: “Wheeler Variations” [Something Cool, 2017]
Alessandro Galati realizza il suo personale tributo alla figura di Kenny Wheeler con un album che trae ispirazione dal modo di operare e di intendere la musica del trombettista, come lui stesso ci ha illustrato: «Tre anni fa è morto Kenny, e rifare dei sui brani mi sembrava poco interessante, un po’ insensato. Ho voluto fare un omaggio più interiore. Ho cercato di mettere in piedi una cosa che fosse vicina allo spirito delle composizioni di Kenny, che ho sempre amato. Un disco che avesse il suo metodo, che lo ereditasse. Lui era un musicista grandissimo e aveva sia poetica sia rigore compositivo. Il suo era un modo di operare figlio del Novecento, e tante sue cose hanno legami con la matematica, con geometrie da rispettare, a volte non manifeste, e con logiche cabalistiche». Al fianco del pianista troviamo la cantante Simona Severini, i sassofonisti Stefano “Cocco” Cantini e Stan Sulzmann, che fece a lungo parte dei progetti di Wheeler, il batterista Enzo Zirilli e Ares Tavolazzi al contrabbasso. Per l’occasione Galati ha scritto i testi di quattro canzoni, suonate dall’intero sestetto, dalle quali si ramificano le variazioni, ovvero sia delle improvvisazioni svolte con diverso organico che mantengono il mood della traccia dalla quale derivano, ma che prendono direzioni espressive inattese. Per la durata del lavoro si apprezza la misura delle forme, la cantabilità dei temi, e quell’alone di eleganza e classe che richiama la parabola artistica e umana di Kenny Wheeler.