È il settembre 2015 quando Kalevi Louhivuori (tromba), Antii Kujanpää (pianoforte), Jori Huhtala (contrabbasso), Joonas Leppänen (batteria) si danno appuntamento nello studio Petrax di Hollola, in Finlandia, per dare forma alle nove tracce del loro nuovo lavoro inciso per la CAM Jazz del produttore Ermanno Basso. “Shooting Star” contiene una musica che si contraddistingue per la cantabilità dei temi, come quello dell’iniziale Mountain Man, per le strutture ritmiche flessibili, capaci di variare dai passaggi di semplice accompagnamento ad altri più angolari e introversi, per la cura del suono e delle ambientazioni timbriche. I Big Blue non tralasciano particolari e sfumature, e trovano in Louhivuori il punto di riferimento espressivo, sia nei momenti dal maggiore impulso metronomico sia nei brani lirici e suonati in relax.
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domenica 25 settembre 2016
Kalevi Louhivuori Quintet: “Almost American Standards” [CAM Jazz, 2016]
Si completa con Ville Vannemaa (sax), Mikael Myrskog (pianoforte), Eero Seppä (contrabbasso) e Jaska Lukkarinen (batteria) il quintetto capitanato dal trombettista Kalevi Louhivuori, che per l’occasione presenta un repertorio di brani originali costruiti prendendo spunto da celebri standard, come nel caso di Take 4 ispirata da Take Five di Paul Desmond. Otto tracce dalle quali emerge un jazz mainstream compatto, con Louhivuori, in certi passaggi torrenziale, principale cardine espressivo del suono d’insieme nel quale gli altri interpreti trovano misurati spazi solisti. Il quintetto finlandese non tradisce in nessuno dei cinquanta minuti del CD l’estetica di un album il cui titolo, per certi versi ironico, ne denuncia l’intenzione stilistica.
venerdì 23 settembre 2016
Joona Toivanen: “Lone Room” [CAM Jazz, 2016]
Registrato da Stefano Amerio negli studi Artesuono di Cavalicco, Udine, nel settembre 2015, “Lone Room” è l’album in solo che il pianista finlandese Joona Toivanen firma per la CAM Jazz del produttore Ermanno Basso. Otto tracce originali compongono la scaletta da dove emerge una rara sensibilità espressiva, unita all’amore di Toivanen per le melodie cantabili e per i temi capaci di “respirare” su ampiezze timbriche mai chiuse su sé stesse. Il pianista descrive pagine dall’ambientazione chiaroscurale, con note scandite e rivolte al mondo classico, ma allo stesso tempo disegna lunghi flussi sonori spontanei, lirici, su precarie quanto intriganti figurazioni ritmiche, e prossimi a un’attualità formale di livello assoluto. La foto di copertina è firmata da Andrea Boccalini.
giovedì 22 settembre 2016
Alessandro Presti Quintet: “Halaesa” [CAM Jazz, 2016]
Il giovane trombettista Alessandro Presti, forte delle esperienze acquisite in questi anni lavorando con musicisti del calibro di Roberto Gatto ed Eddie Gomez, giunge con “Halaesa” alla pubblicazione del suo primo album, edito dalla CAM Jazz del produttore Ermanno Basso. Per l’occasione lo troviamo a capo di un quintetto, completato da Daniele Tittarelli all’alto, Alessandro Lanzoni al pianoforte, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Francesco Ciniglio alla batteria, dedito alle tipiche sonorità hard bop, formalmente incentrato sulle esposizioni tematiche seguite dai cicli di assolo. Presti mette in evidenza sia modalità irruente, costruite su lunghe sequenze di note, sia un controllo dinamico maturo, soprattutto nei passaggi a tempo più lento. Il leader si distingue per la liricità del fraseggio e firma tutte le tracce in scaletta, mentre la conclusiva Impro lo vede protagonista in una parentesi d’improvvisazione con Alessandro Lanzoni.
martedì 20 settembre 2016
Fabio Delvò feat. Lorenzo De Angeli: “Bella mia” [DF Records]
«È un omaggio a colei che mi educò all’amore e alla sincerità». Con questa sentita dedica alla madre, venuta a mancare lo scorso anno, Fabio Delvò ci introduce all’album “Bella mia”, un lavoro dai profondi significati espressivi e dalle forme singolari. Si tratta di una registrazione tenuta principalmente per sassofono solo, fatta eccezione per alcuni elementi di ambientazione, come cori e voci, funzionali al fattore concettuale dell’album, e per la presenza del basso semiacustico di Lorenzo De Angeli, punto di riferimento ritmico e parziale alternativa al suono di Delvò. Dopo una toccante Overture interpretata dalla piccola Jessica Julia Delvò, nipote della signora Elena, troviamo poco più di mezz’ora di musica caratterizzata da temi lineari, essenziali, costruiti con parsimonia, e con aspetti devozionali, come in Danzo solo per te, brano dove il suono di sassofono si tramuta in un canto corale. Tutti i partecipanti al disco sono sentimentalmente legati alla figura della madre di Fabio Delvò, e anche il progetto grafico del CD, dai colori scelti alle foto del booklet, è a lei ispirato.
lunedì 19 settembre 2016
Dario Germani: “Fog Monk” [GRM, 2015]
Pubblicato in triplo vinile, “Fog Monk” è il lavoro che vede il contrabbassista Dario Germani misurarsi, confrontarsi e aderire, con un ampio spaccato del repertorio di Theolonius Monk, da celebri standard a brani meno frequentati come Oska T. Quello presentato è un insieme di brevi momenti, a volte di durata inferiore al minuto, essenziali e perfettamente centrati verso un’estetica dove il superfluo non ha ragione di esistere. Il musicista è solo, e l’acustica dell’Accademia Americana di Roma, dove l’album è stato registrato nel 2015, esalta armonici, fruscii, percussioni e lievi sfioramenti che fanno sembrare il contrabbasso come una fonte di piccoli, ma determinanti, micro suoni. La musica di Monk ne esce distillata, inquadrata in un perenne primo piano e senza fraintendimenti, e l’insieme si dipana fino a riempire l’orizzonte d’ascolto. Il terzo disco porta in serbo la sorpresa dell’intervento vocale, in alcuni passaggi, di Valeria Restaino, che si fa protagonista discreta, con eleganza e misura dinamica, tra le corde di Germani, a sua volta agile nel prodursi come riferimento ritmico.
domenica 18 settembre 2016
Franco D’Andrea Piano Trio: “Trio Music Vol. II” [Parco della Musica Records, 2016]
Continuano le pubblicazioni degli album in trio di Franco D’Andrea per la Parco della Musica Records, con questo secondo volume, che dà seguito al primo inciso con DJ Rocca e Andrea Ayassot, dove troviamo al fianco del pianista Aldo Mella al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria. Si tratta di musicisti abituati a suonare con D’Andrea in altri contesti, e che anche nella classica formazione del piano trio riescono a instaurare un rapporto simbiotico, sia espressivo sia formale, che li porta a suonare una musica multiforme e dal difficile collocamento stilistico. Questo perché nei meccanismi celebrali di D’Andrea scorrono diverse correnti, all’occorrenza contrastanti, che abbracciano cento anni di jazz, nell’accezione più larga possibile del termine. C’è Monk, esplicito nel brano d’apertura del primo CD T.M., implicito in tante situazioni angolari, aspre, irregolari; c’è il jazz delle origini, nei tratti melodici dei temi, nella cantabilità di certi passaggi; ci sono le ballad; c’è l’avanguardia, intesa come territorio libero, privo di riferimenti prevedibili. Le nostre orecchio sono attraversate da due CD pieni di idee, colmi di spunti d’interesse, che ribadiscono la statura di un personaggio che dopo settantacinque primavere è lì a indagare significati e curiosare soluzioni inedite.
giovedì 15 settembre 2016
Achille Succi – Francesco Saiu – Giacomo Papetti: “Three Branches” [El Gallo Rojo, 2016]
Nel loro “Three Branches” Achille Succi, Francesco Saiu e Giacomo Papetti danno luogo a un’ambientazione timbrica singolare, costruita con, rispettivamente, clarinetto basso, chitarra elettrica e contrabbasso. In scaletta incontriamo brani originali basati su continui dialoghi strumentali, che in certe situazioni seguono soluzioni melodiche logiche e lineari, come nella traccia d’apertura Brown o in Phrygia, mentre in altre indagano situazioni angolari e contrastanti, vedi Fresh Flesh. Non c’è un leader prescritto, ma tre anime musicali che si scambiano reciproche esperienze, idee e punti di vista fino a ramificare un proprio repertorio, proprio come anticipato dal titolo dell’album, “tre rami”, e dall’immagine di copertina.
martedì 13 settembre 2016
Enten Eller: “Tiresia” [Autoproduzione, 2016]
Trent’anni di attività, quindici album pubblicati, affetto e stima da parte del pubblico più attento, fanno di Enten Eller (Alberto Mandarini: tromba, flicorno, effetti; Maurizio Brunod: chitarre, live sampling; Giovanni Maier: contrabbasso; Massimo Barbiero: batteria, percussioni) una delle realtà più solide del panorama jazzistico nazionale, rimasta sempre a debita distanza dal mainstream e spinta dall’intento di, come riportato in una nota stampa, «dare possibilità che esista “un’altra” strada o altre strade…». Il loro, dunque, non è progetto con finalità univoche, ma è, soprattutto, un “luogo musicale” dove poter dare forma a significati diversi, o eventuali. Non fa eccezione il nuovo “Tiresia”, lavoro autoprodotto, per precisa scelta di Barbiero e soci, nel quale il gruppo ospita il violinista Emanuele Parrini in una delle tre lunghe tracce che compongono la scaletta. Quella che si ascolta è una musica costruita attraverso un discorso tra gli interpreti in divenire, allo stesso momento logico quanto imprevedibile. Gli Enten Eller improvvisano il proprio concetto stilistico in un’unica seduta di ripresa, mantenendo a vista un’estetica fatta di attimi di riflessione, piccoli dettagli, ma anche di movimenti d’insieme corali e stratificati.
lunedì 12 settembre 2016
Sun Trio: “Reborn” (CAM Jazz, 2016)
“Reborn” dà seguito alla discografia dei Sun Trio dopo l’apprezzato “In The Dreamworld” (CAM Jazz, 2014), e mette ulteriormente in evidenza le capacità e le peculiari qualità del trio finlandese, composto da Kalevi Louhivuori alla tromba, Antii Lötjönen al basso e Olavi Louhivuori alla batteria. Il loro è un percorso creativo basato su melodie sospese, costruite attorno a poche, ma essenziali, note, che descrivono scenari immaginari capaci di far viaggiare la mente in posti lontani e futuribili. In bilico tra ambientazioni acustiche ed elettroniche, il trio muove con misura verso momenti di assoluta visionarietà; dà soluzione a temi cantabili; resta consapevolmente lontano da immediati riferimenti di stile e forma. A condurre l’esplorazione è spesso la tromba di Louhivuori, il quale non si sottrare a situazioni dal carattere sperimentale, che a volte sembrano idee, lasciate in sospeso, per nuove eventualità di sviluppo creativo.
giovedì 1 settembre 2016
Jesper Bodilsen: “Acouspace Plus” [Family Music Production, 2016]
Lapo Gargani firma la copertina del nuovo lavoro di Jesper Bodilsen, contrabbassista danese che per l’occasione organizza un peculiare gruppo di lavoro con due sassofonisti, Claus Waidtløw e Joakim Milder, e Spejderrobot all’elettronica. Quest’ultima componente è posta in retroguardia, come fosse uno sfondo o un terreno comune sul quale costruire dialoghi, spesso anche a tre, che lentamente portano alle definizione di melodie capaci di trovare cantabilità, mai scontata né prevedibile, per modi e forme. Le atmosfere sono misurate e in bilico tra concretezza e trasparenza, tra note suonate in sequenze definite e idee accennate e lasciate fluttuare intenzionalmente in situazioni spazio-temporali senza punti predefiniti. Chiude il programma una particolarmente ispirata versione di Blue Monk.